Indennità ex dirigenti, Provincia bocciata dalla Corte dei Conti 

L’udienza. Dopo la sentenza della Corte Costituzionale, respinto il rendiconto 2017 su 825 mila euro di erogazioni  La procuratrice Daniela Morgante: «La Consulta ci ha dato ragione». E oggi Kompatscher incontra i vertici provinciali


Francesca Gonzato


Bolzano. Indennità dirigenziale che diventa fissa in busta paga, anche quando l’incarico è cessato: dopo la pesantissima sentenza della Corte costituzionale, ieri nuovo affondo contro la Provincia. La Corte dei Conti ieri ha negato la parifica al Rendiconto generale della Provincia per l’esercizio finanziario 2017 proprio in riferimento ai pagamenti effettuati nel 2017 considerati illegittimi: la cifra è di 825.788 euro.

Questa la quantificazione presentata ieri dalla procuratrice regionale Daniela Morgante presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per il Trentino Alto Adige. Ieri a Trento l’udienza per il giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione Trentino Alto Adige e della Provincia di Bolzano. La richiesta di mancata parificazione è stata accolta e non poteva essere altrimenti: da tempo la Corte dei Conti segnalava il tena dell’indennità dirigenziale versata al personale provinciale, comunale e della sanità anche dopo la cessazione dell’incarico dirigenziale. Ora è arrivata la dichiarazione di incostituzionalità da parte della Consulta. In Provincia considerano inevitabile il recupero delle cifre: oggi riunione del presidente Arno Kompatscher con i dirigenti provinciali. «Circa mille persone (tra 600 e 800 ex funzionari dell’amministrazione provinciale, più altri 250 dell’Asl) saranno chiamate una ad una a restituire in totale 10 milioni di euro in 10 anni», così Kompatscher nei giorni scorsi. Ricordiamo che sul medesimo tema c’è già stata la condanna in primo grado da parte della Corte dei Conti su un gruppo di dirigenti del comparto pubblico.

La Corte dei Conti

La procuratrice Daniela Morgante ha presentato ieri la sua memoria sul rendiconto generale della Provincia per l’esercizio finanziario 2017. La sentenza della Corte Costituzionale del 6 giugno ha dichiarato l’illegittimità di alcuni articoli della legge provinciale n.9 del 2017 «Disciplina dell’indennità di dirigenza e modifiche alla struttura dirigenziale dell’amministrazione provinciale», oltre che di parti della legge n.1 del 2018 e della legge regionale di stabilità 2018. La Consulta, sottolinea Daniela Morgante, ha sostanzialmente accolto «la questione di costituzionalità che questa Procura regionale aveva sollevato nello scorso giudizio di parificazione e che era stata sostanzialmente condivisa da queste Sezioni riunite». L’udienza di parifica sull’esercizio 2017 era stata sospesa proprio in attesa della sentenza della Corte Costituzionale. Alla luce del pronunciamento della Corte Costituzionale, la procuratrice Morgante ha chiesto e ottenuto ieri di non parificare il rendiconto generale 2017 «con riguardo agli impegni e pagamenti effettuati in riferimento alle indennità trasformate in assegno fisso e continuativo, riconosciute pure in assenza di incarico dirigenziale, anche in riferimento alle conseguenti spettanze previdenziali, pensionistiche e di fine rapporto del personale interessato».

Le somme

Come detto, la somma totale degli importi erogati dalla Provincia non riconosciuti dalla Corte dei Conti è di 825.788 euro.

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