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VAL DI VIZZE. Stesso punto dove nell’ottobre scorso persero la vita quattro scalatori di Renon. Allora il «killer» fu una valanga. Questa volta, ieri, si è trattato di un incidente in montagna. A perdere la vita un alpinista, in questo caso una donna di 41 anni, di nazionalità germanica, residente in Baviera.
La donna aveva lasciato di mattino presto il bivacco Günther Messner per attaccare la parete nord della Gran Vedretta nel gruppo del Gran Pilastro. Insieme a lei un collega scalatore, pure collega di lavoro in Germania. Intorno alle 9 del mattino la tragedia ad un’altezza di circa 2.500 metri mentre la coppia stava effettuando l’ascensione. La 41enne ha perso l’appiglio ed è precipitata per circa 150 metri, sbattendo il corpo sulle rocce sottostanti in parte ricoperte di ghiaccio.
Il «volo» è stato visto da altri alpinisti che si trovavano in zona, che hanno allertato subito il 118, cercando di rianimare la donna. Ma purtroppo la morte è arrivata sul colpo per le gravi lesioni riportate nella caduta. Sul posto si è portata, grazie all’elicottero, una squadra del soccorso del Brd di Vipiteno con il caposezione Peter Payrer. Purtroppo non c’era più nulla da fare. «Non ci è rimasto altro che portare a valle la salma, prima in elicottero in val di Vizze e poi in auto a Vipiteno», afferma Payrer, ricordando che ieri «il soccorso è risultato parecchio difficoltoso a causa del forte vento che spirava in zona».
Ieri sulla parete nord della Gran Vedretta si trovavano nove alpinisti in totale: le condizioni atmosferiche di questi mesi - con pochissime precipitazioni anche al confine con l’Austria - permettono agli scalatori di dedicarsi alle pareti, quasi fosse un’altra stagione.
E proprio in quel punto, come evidenzia Payrer, la Gran Vedretta ha voluto il suo nuovo tributo di sangue. La seconda vittima dell’anno in montagna dopo la 24enne ragazza canadese morta domenica scorsa nei pressi di Passo Pennes.
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