Integrazione, un progetto con la comunità islamica

Si chiama «Salorno un passo avanti» ed è gestito dalla società bolzanina Chiron Nel team pachistani, tunisini, macedoni ed esponenti del direttivo della moschea


di Massimiliano Bona


SALORNO. Si chiama «Salorno un passo avanti» ed è il progetto pilota di integrazione finanziato dalla Provincia - con poco più di 25 mila euro - nel Comune con la maggior percentuale di stranieri (oltre il 21 per cento), in gran parte extracomunitari. A curare l'iniziativa nei vari step previsti e a fornire la necessaria consulenza sarà la società Chiron snc di Bolzano, che nel gruppo di lavoro è rappresentata dall’ex giornalista dell’ufficio stampa della Provincia Cornelia Dell'Eva, da Klaus Tumler e Bernd Kerner.

Ci sono poi, oltre al sindaco Roland Lazzeri (che è stato il primo a partecipare al «Natale musulmano» in Bassa Atesina), molte figure impegnate in progetti locali per l'integrazione come Fernanda Mattedi, Cecilia Wegscheider, Anna Delugan e Karin Simeoni. La parte politica sarà rappresentata da Michele Girardi, Silvia Tonelli e Thomas Weissensteiner. C'è poi un gruppo di contatto del quale fanno parte 6 collaboratori della scuola per l’infanzia, della scuola elementare e della scuola media (scelti dai vari istituti), 5-6 cittadini provenienti da altri Paesi, genitori di bambini che frequentano la scuola per l’infanzia, elementare o media provenienti da diversi Paesi e scelti tra i gruppi numericamente più rappresentati a Salorno, 5-6 mamme o papà originari di Salorno, i cui figli frequentano la scuola per l’infanzia, elementare o media appartenenti ad entrambi i gruppi linguistici, 6 o 7 cittadine e cittadini impegnati, di differente età e provenienza sociale – possibilmente appartenenti alle diverse associazioni presenti a Salorno, di entrambi i gruppi linguistici .

Nel lungo elenco di coloro che hanno aderito ci sono anche Aziz Jaoui e Driss El Hajjaji dell'associazione islamica Volontariato per l'integrazione (che recentemente ha dovuto chiudere la moschea per la mancanza dei presupposti urbanistici in zona produttiva), cittadini pachistani, del Bangladesh, tunisini e macedoni, ma anche un antropologo. Sarà curioso verificare se il progetto aiuterà davvero i residenti a fare comunità e ad eliminare le barriere, spesso anche invisibili, rappresentate dall'etnia o dalla religione. Salorno potrà fungere da laboratorio per tutta la provincia.

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