la tragedia sfiorata di via rosmini

Intossicati, era difettosa la caldaia del bagno

BOLZANO. Secondo il rapporto dei vigili del fuoco di Bolzano non ci sono dubbi: un malfunzionamento della caldaia della doccia ha quasi ucciso Andrea Trisolini, 38 anni, assistente allenatore della...



BOLZANO. Secondo il rapporto dei vigili del fuoco di Bolzano non ci sono dubbi: un malfunzionamento della caldaia della doccia ha quasi ucciso Andrea Trisolini, 38 anni, assistente allenatore della Pallacanestro Bolzano (milita nel campionato nazionale di serie B ed è sponsorizzata dalla Sicurplanet) e la giocatrice Miriam Hafner, 21 anni di Collepietra.

I due erano stati salvati dai carabinieri giovedì sera, mentre si trovavano in un appartamento di via Rosmini. I corpi dei due sportivi erano riversi a terra a causa del monossido di carbonio rilasciato dalla caldaia. Il proprietario dell’abitazione non rischia denunce. Dai controlli effettuati dagli uomini dell’Arma risulta che era stata effettuata l’annuale manutenzione. Purtroppo un tubicino avrebbe ceduto, rilasciando per giorni piccole dosi di monossido di carbonio respirate da Andrea Trisolini. Ed è per questo che le sue condizioni sono più serie della giovane altoatesina.

L’allarme era stato lanciato giovedì alle 16. Alcune amiche e colleghe di Miriam Hafner, impiegata in uno studio di commercialisti, si erano presentate in caserma, denunciando la scomparsa della 21enne. La giovane, infatti, non si era presentata a lavoro e non rispondeva al cellulare. Non solo: anche Trisolini risultava scomparso nel nulla. A quel punto, i carabinieri hanno dato il via ad una serie di accertamenti, localizzando il telefonino della sportiva. Dai dati risultava che si trovava proprio lì vicino, in via Rosmini.

Poco prima delle 19.30, dunque, carabinieri e vigili del fuoco si sono presentati a casa dell’assistente allenatore. I pompieri hanno forzato la porta d’ingresso. Ed è così che sono stati trovati: la 21enne aveva cercato di raggiungere la porta, svenendo poco prima di riuscire ad aprirla. Probabilmente la ragazza aveva capito che c’era qualcosa che non andava, ma non aveva più la forza per chiedere aiuto. Entrambi sono ancora ricoverati e sono stati sottoposti a diversi trattamenti nella camera iperbarica di Bolzano.

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