Ipes: 4.300 gli inquilini che abitano da soli 

Il presidente Schweigkofler: «Dal 2007 al 2017 sono aumentati di 900 unità Stiamo pensando a progetti abitativi, per contrastare anche la solitudine»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Nel 2007 i nostri inquilini che vivevano soli erano 3.400, nel 2017, 900 in più, ovvero 4.300. Su un totale di 13 mila alloggi Ipes a livello provinciale significa circa un terzo. È la società altoatesina che cambia rapidamente e noi stiamo cercando di dare risposte adeguate ad un fenomeno che è destinato ad accentuarsi». Il presidente dell’Ipes Heiner Schweigkofler spiega le ricadute a livello abitativo e sociale dell’ultima ricerca Astat che restituisce dell’Alto Adige l’immagine di una terra abitata sempre più da single. I comuni con una quota di famiglie unipersonali più alta del 40% sono Ponte Gardena (47,2), Nova Levante (42,8), Anterivo (42,4) Merano (42,1), Bolzano (41,23) e Vipiteno (40,1).

«Si può essere single - spiega il presidente dell’Istituto - per scelta; o a causa di una separazione o perché i figli sono diventati grandi e se ne sono andati e poi è morto anche uno dei coniugi. Per quanto riguarda l’Ipes è soprattutto l’ultima la tipologia dell’inquilino che vive da solo, visto che il 50% dei single ha più di 60 anni».

E quindi come state rispondendo alle nuove esigenze di una società che sta cambiando rapidamente?

«Tanto per cominciare nelle nuove costruzioni si punta soprattutto sugli alloggi pensati per una massimo due persone, nella previsione che un domani ci sia bisogno di ospitare anche la badante».

Gli alloggi grandi sono sempre meno richiesti.

«Ci sono ancora ovviamente anche le famiglie numerose, ma di alloggi per soddisfare questo tipo di richieste ne abbiamo».

Anche perché si cerca di favorire il passaggio di chi è rimasto solo da un appartamento grande a uno più piccolo.

«Ci proviamo, ma non è facile, perché soprattutto quando si ha una certa età, non si è disponibili a lasciare la casa dei ricordi, per trasferirsi in una nuova. Ciononostante, ogni anno c’è un certo numero di single che trasloca nell’alloggio più piccolo, apprezzando il fatto che risparmia sull’affitto e sulle spese condominiali».

Ma è solo una questione di dimensione degli alloggi che in una terra di single si “rimpiccioliscono”.

«Essere single quando si è giovani è una cosa; ma col passare degli anni questa parola diventa sinonimo di solitudine ed è un ulteriore problema che dobbiamo affrontare».

E come lo state affrontando?

«Portando avanti un progetto multigenerazionale».

In concreto di cosa si tratta?

«Ad Aslago la casa che si va a realizzare, al posto del vecchio convitto, è pensata e progettata per ospitare inquilini di diverse generazioni. Nel condominio ci saranno una cinquantina di alloggi; a piano terra verrà ricavato uno spazio comune, per creare comunità e far sentire meno soli soprattutto gli anziani. Stiamo lavorando con le associazioni, per portare avanti il progetto. Non basta infatti creare gli spazi: bisogna anche avere qualcuno che ne stimoli l’uso».

Ad Oltrisarco c’è già un modello di cohousing.

«È all’inizio, ma funziona. In piazza Nikoletti ci sono una ventina di alloggi affittati a giovani, tra i 18 e i 35 anni, che in cambio di un canone calmierato (130 euro al mese) si impegnano in attività sociali a favore del quartiere. Tra queste c’è il progetto “La tua spesa pesa” che prevede che i giovani portino a casa dell’anziano il sacchetto della spesa. Per poter beneficiare di questo “aiuto”, basta che gli interessati, fatta la spesa, compilino un modulo, lo attacchino al sacchetto (all’interno del quale ci deve essere sempre lo scontrino) e lascino la borsa ai giovani del cohousing».















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