BOLZANO. È ancora il gruppo linguistico italiano il maggiore beneficiario di alloggi Ipes in Alto Adige. Stando ai dati dello stesso Istituto per l’edilizia sociale al 31 dicembre scorso il totale dei 12.505 appartamenti era così suddiviso: al gruppo linguistico italiano 6.209 alloggi (pari al 49,65% del totale), al gruppo tedesco 5.353 appartamenti (42,81%), al gruppo ladino 196 alloggi (1,57%), agli stranieri di altri Paesi Ue 77 alloggi (0,62%) e agli stranieri extracomunitari 670 alloggi, pari al 5,36 per cento del totale.

Uno specchio che riflette il fabbisogno diversificato tra gruppi linguistici, ma che anche mette in chiaro come il «freno» imposto dalla politica sulla presenza di stranieri stia funzionando.

Sempre dai dati di cui sopra, il gruppo italiano ha quasi il 50% degli alloggi rappresentando il 26% della popolazione, il gruppo tedesco che è circa il 70 per cento dei residenti ha il 42% delle case Ipes, mentre i ladini col 4,5% della popolazione occupano solo lo 0,62% degli alloggi sociali.

Numeri indicativi, a cui aggiungere la presenza degli stranieri. Non sono conteggiati ai fini della proporzionale (dati censimento 2011), ma dai numeri Astat rappresentano circa il 9 per cento della popolazione, tra Ue ed extra-Ue, intorno alle 47 mila persone. Dall’Ipes hanno ottenuto il 6 per cento del totale degli alloggi.

Sempre restando in termini di stranieri affittuari di appartamenti sociali e sempra dalle cifre fornite dall’Ipes e riferite a fine 2017, negli ultimi dieci anni i cittadini stranieri Ue hanno ottenuto 73 alloggi, mentre agli extracomunitari ne sono andati 580, per un totale complessivo di 653 unità abitative. Ma come si evidenzia dalla domande presentate il fabbisogno per gli stranieri sarebbe di molto superiore.

Sempre negli ultimi 10 anni 1.678 stranieri di Paesi Ue hanno presentato richiesta di un alloggio sociale, mentre le domande degli extracomunitari sono state pari a 20.055, per un totale di 21.733 richieste.

Ogni anno la giunta provinciale fissa un contingente di alloggi da riservare ai richiedenti non Ue. Al fine di favorire l’integrazione di questi richiedenti la legge prevede che negli edifici dell’Ipes la percentuale degli immigrati non sia superiore al 10% degli assegnatari dell’edificio. In molti edifici questa percentuale è già stata raggiunta. Ma la volontà della Provincia è quella di «diluire» il più possibile la presenza di criticità sociali nei singoli caseggiati. Da ricordare poi che la legge non prevede soglie di punteggio per i richiedenti non Ue.

Infine, torniamo agli alloggi assegnati nel 2017 che sono stati 365, in totale su scala provinciale, di cui 125 sono andati al gruppo tedesco, 183 al gruppo linguistico italiano, 6 ai ladini, 5 a cittadini Ue, 33 a persone con cittadinanza extra Ue e 13 ad enti ed organismi. Sempre nel 2017 troviamo - tra chi l’alloggio non l’ha ricevuto - 928 appartenenti al gruppo tedesco: 1.606 le domande inevase del gruppo italiano, 195 quelle di cittadini Ue e 1.555 di persone con cittadinanza extra Ue, per un totale di 4.321 richieste. Il fabbisogno del gruppo italiano è il più elevato, ma trova uno «sfogo» maggiore rispetto a quello degli stranieri.