Ipes, parla l'ex moglie di Grando"Ha debiti, voleva fare la bella vita"

"Mi ha sempre raccontato che guadagnava 3 mila euro al mese - racconta la donna che è separata da Grando da quattro anni - ma i soldi non gli bastavano mai perchè voleva sempre vivere al di sopra delle sue possibilità". Cavalli, auto di lusso, case e 250 mila euro mai restituiti alla consorte



BOLZANO. Soldi e dimostrazione di benessere. Stefano Grando, il direttore del servizio inquilinato dell’Ipes, ha sempre tentato di vivere al di sopra delle sue possibilità economiche.
A rivelarlo è l’ex moglie Carla Espen, una bella donna dalle possibilità economiche rilevanti che Grando avrebbe cercato di sfruttare proprio sotto il profilo patrimoniale.
«Mi ha sempre raccontato che guadagnava 3 mila euro al mese - racconta la donna che è separata da Grando da quattro anni - ma i soldi non gli bastavano mai perchè voleva sempre vivere al di sopra delle sue possibilità».
Il racconto della donna - che ha avviato una causa risarcitoria in sede civile - è preciso e dettagliato. «Non appena sposatami nell’aprile del 1998 - racconta - ho subìto una continua richiesta di prestiti di denaro da parte di mio marito. Si tratta di cifre molto alte che lui ha sempre promesso di restituirmi (anche di fronte ai miei famialiri) senza aver mai provveduto». Erano anni di grande amore e Carla Espen racconta di aver sempre acconsentito all’esborso di denaro. Grando avrebbe ottenuto soldi per finanziarsi la passione per i cavalli, per costruirsi una villa a Ronchis in Friuli, per tentare di acquistare una barca, per cambiare l’auto. «Gli prestai 250 mila euro - racconta la donna - l’appartamento in Friuli se lo intestò dicendomi che era per motivi fiscali e promettendomi di fare una scrittura privata per darmi delle garanzie. Ovviamente mai fatta».
E’ una storia ovviamente rancorosa quella raccontata da Carla Espen che ha visto naufragare il matrimonio con l’uomo che amava in uno studio legale. I due sono separati dal settembre del 2006 dopo che Grando decise di andarsene nel cuore della notte avvisando solo telenicamente la moglie che non sarebbe più tornato.
«Ma si è prima portato via gioielli e quadri» sostiene la donna a cui non è rimasto altro che rivolgersi ad un legale, l’avvocato Biasetti, per cercare di ottenere le restituzione di tutti i soldi imprestati in precedenza.
Una causa legale ancora in corso. «In primo grado - racconta la signora Espen - il giudice Bonell mi ha dato ragione, nel senso che ha accolto quasi interamente le mie richieste risarcitorie. Io però non ho ancora visto il becco di un quattrino in quanto la causa pende ancora in appello».
Non è l’unico aspetto che ha portato la vita di questi ex coniugi in tribunale. Della posizione di Stefano Grando ha rischiato di occuparsi, prima dello scandalo Ipes, anche la magistratura penale.
«E’ successo quando mi accorsi dopo la separazione che mio marito aveva acceso a mia insaputa una polizza assicurativa sulla mia vita non dicendomi nulla. Una cosa molto strana ma grave. Mi ricordo che quel giorno, negli uffici dell’assicurazione, quando venni a sapere dell’esistenza della polizza, mi tremavano addirittura le gambe. Lui aveva deciso di fare una assicurazione sulla mia vita, senza dirmi nulla, e di cui lui era il beneficiario. Non ricordo con certezza ma mi sembra che il premio, se fossi morta, sarebbe stato rilevante».
«Segnalai il caso alla magistratura - racconta ancora la donna - ma tutto finì in una bolla di sapone perchè risultò che non vi era nulla di illegale». (ma.be.)

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