Ippodromo, naufraga l’annunciata ricapitalizzazione

L’ad Sturaro: «Vogliamo fare un ulteriore tentativo a luglio». Le nuovi azioni saranno offerte però anche fuori regione


di Giuseppe Rossi


MERANO. Salta definitivamente l'operazione di ricapitalizzazione della Merano Maia, la proposta di inserire nella società di gestione dell'ippodromo quattrini freschi per far fronte alla stagione 2012 e ai tagli del settore. L'altro giorno il consiglio d'amministrazione della società per azioni presieduto da Henri Chenot ha dovuto purtroppo constatare che l'aumento di capitale proposto non è stato accolto da tutti i soci della spa.

Solo la Mic srl, la società composta da Chenot assieme ai vertici dell'ippodromo di Pisa e Francesco Aletti Montano, assieme a qualche socio di minoranza ha sottoscritto la propria parte di azioni, superando appena la metà dei 240 mila euro richiesti. A dire di no, in particolare è stata la birreria Forst, che con il proprio 27 per cento di capitale è il secondo socio rilevante della Merano Maia. «Il consiglio d'amministrazione - spiega Massimiliano Sturaro, amministratore delegato della spa - ha deciso di azzerare l'operazione e di restituire ai soci le quote versate. Di un eventuale nuovo tentativo ne riparleremo a luglio». Sturaro punta infatti ad arrivare a metà stagione, predisporre un report dei costi e dei ricavi e sulla base di quei dati valutare se servirà un aumento di capitale per arrivare a fine stagione.

Questa volta però, l'offerta di sottoscrizione di nuove azioni non sarà limitata ai soci già esistenti dentro la Merano Maia, ma sarà allargata all'esterno, aprendo così nuovi scenari e nuovi possibili assetti societari. Va ricordato che la proposta di chiedere ai soci un aumento di capitale era stato proposto dall'amministratore delegato della società di gestione dell'ippodromo alla fine dell'inverno, quando lo scenario della stagione 2012 era ancora a tinte fosche. A inizio primavera poi, in maniera insperata, erano arrivati i soldi dell'Unire-Assi, il fondo investimenti 2000, circa mezzo milione di euro bloccati per anni nelle casse dell'ente che a livello nazionale controlla il mondo dell'ippica. Una boccata d'ossigeno per Maia, che con quei soldi si è garantita la liquidità necessaria per arrivare almeno fino all'autunno. Il fallimento dell'operazione di ricapitalizzazione però non apre scenari rosei per il futuro dell'ippodromo, a tutto vantaggio di chi i 30 ettari di Maia li vedrebbe bene con un'altra destinazione urbanistica. Da una parte la Forst che, pur garantendo il proprio sostegno sottoforma di contratto di sponsorizzazione, pare poco intenzionata a investire nella gestione dell'ippodromo, dall'altra la Mic srl, che ha rilevato le quote del Comune di Merano, e che attende con impazienza il progetto di rilancio dell'intero areale ippico. Mancano ancora i 12/13 milioni di euro che la Provincia ha promesso e senza i quali il concorso di idee per Maia non può partire. Infine c'è il rapporto tra la Mic srl e il Comune. La società presieduta da Henri Chenot all'atto dell'acquisto delle azioni ha sottoscritto una fideiussione, emessa a garanzia del rispetto dei patti firmati.

Quello attuale è, pertanto, uno scenario in costante evoluzione che potrebbe portare a nuovi assetti anche in un lasso di tempo ragionevolmente breve.

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