Irap alla Sad, avvocati compatti contro la Procura contabile

Contestata formalmente e nel merito la richiesta risarcitoria per presunto danno erariale di 2 milioni e 751 mila euro avanzata nei confronti di 13 politici e cinque funzionari pubblici


di Mario Bertoldi


Nessun danno erariale, piena legittimità del comportamento degli assessori e dei funzionari provinciali coinvolti, nullità di tutti gli atti istruttori e processuali relativi al procedimento in atto. Tra Procura presso la Corte dei Conti e avvocati difensori è scontro a tutto campo sulla questione dell’Irap rimborsata dall’amministrazione provinciale alla Sad, società privata concessionaria di servizi di trasporto pubblico. L’udienza di ieri mattina davanti alla Corte dei Conti si è arenata dopo un’ora di battaglia sulle istanze preliminari che contestano la legittimità dell’azione promossa dalla Procura contabile. I quesiti emersi non sono risultati di facile soluzione se dopo un’ora di camera di consiglio la Corte ha deciso di prendere tempo per analizzare in maniera più approfondita la questione.

I giudici scioglieranno la riserva entro il 3 giugno prossimo mentre tutti gli avvocati (ed eventualmente anche la Pro cura) avranno tempo massimo cinque giorni per depositare eventuali ulteriori memorie di parte. Cosa dicono, nella sostanza, gli avvocati difensori? Semplicemente che tutti gli atti istruttori e processuali relativi al procedimento avviato a carico di tredici esponenti di giunta e cinque funzionari provinciali debbono essere dichiarati nulli perchè l’attivazione della Guardia di Finanza sarebbe avvenuta d’ufficio mentre la legge prevede che le Procure della Corte dei Conti possano iniziare l’attività istruttoria ai fini dell’esercizio dell’azione di danno erariale «a fronte di specifica concreta notizia di danno». In realtà, hanno ricordato gli avvocati difensori Brandstätter, Miori, Widmann, Polonioli e Carsaniga, la Guardia di Finanza (su delega della Procura) sulla base di un esposto di 19 pagine dell’ex funzionario provinciale Tristano Vicini che non segnalava assolutamente la questione della presunta irregolarità del pagamento dell’Irap a favore della Sad. Non solo. Anche altre dichiarazioni indicate dalla Procura come segnalazione di concreto danno erariale si sarebbero rivelate deboli ed inadeguate. «C’è un preciso orientamento della Corte Costituzionale - ha ricordato l’avvocato Gerhard Brandstätter - che nega alla Procura della Corte dei Conti il diritto ad un controllo diffuso e se la Guardia di Finanza fa accertamenti su delega della Procura deve attenersi ai limiti previsti dalla delega stessa». Secondo gli avvocati difensori, dunque, gli atti istruttori e processuali dovrebbero essere dichiarati nulli. Ma anche superando lo scoglio dei formalismi procedurali la richiesta risarcitoria, secondo gli avvocati, non avrebbe alcun fondamento giuridico in quanto la decisione della Provincia di rimborsare l’Irap alla Sad sarebbe legittima. Ricordiamo che sono stati citati in giudizio tredici assessori ed ex assessori provinciali oltre al presidente Durnwalder e cinque funzionari. Il presunto danno erariale complessivo contestato è di 2 milioni e 751 mila euro ma si basa sul presupposto che l’Irap possa essere considerata un’imposta sul reddito. In realtà - sottolineano gli avvocati difensori - l’Irap è un costo perchè si tratta di una imposta calcolata sul volume d’affari di un’azienda e non sugli utili ottenuti. Una differenza fondamentale, soprattutto nel caso della Sad, società concessionaria di servizi di trasporto pubblico che deve sottostare alle scelte della pubblica amministrazione in materia di tariffe e di gestione. Il margine di utile previsto per la Sad è dell’1 per cento. Se la società dovesse pagarsi l’Irap - sostiene la difesa - fallirebbe a meno di un aumento del margine di utile possibile solo con una lievitazione dei prezzi dei biglietti con conseguente danno per l’utenza.

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