Italiani e tedeschi nella stessa scuola. In futuro tutti a lezione in un unico istituto

Via libera bipartisan alla mozione dei Verdi. La Svp non si oppone


di Davide Pasquali


BOLZANO. A scuola nel medesimo edificio, gli alunni di lingua italiana e i colleghi di lingua tedesca. Tutti assieme nello stesso istituto. Per favorire l’apprendimento linguistico, lo scambio culturale e, perché no, per risparmiare sulle spese edilizie. Non cambierà la didattica, le direzioni scolastiche rimarranno separate, non si intaccherà l’articolo 19 dello Statuto ma, se arriverà anche il via libera da parte del consiglio comunale, sarà una rivoluzione. Lo ha stabilito ieri la commissione consiliare alla scuola del Comune di Bolzano, approvando in pratica all’unanimità (con una sola astensione “tecnica”) una mozione proposta dal capogruppo dei Verdi Brigitte Foppa.

La mozione. Soltanto una linea di indirizzo per il futuro, ma decisiva per dare una svolta allo status quo. I consiglieri chiedono al Comune «di applicare da subito, anche in vista della riorganizzazione delle scuole per via della riforma scolastica, come linea di indirizzo per le nuove strutture scolastiche e per il risanamento di strutture esistenti, la creazione di scuole comuni per i diversi gruppi linguistici al fine di favorire un continuo incontro e scambio dei ragazzi dei vari gruppi linguistici».

Il voto. A essere stupita, seppur entusiasta del via libera alla mozione, è la stessa Brigitte Foppa. Oltre che dai Verdi, il documento è stato approvato trasversalmente da Udc (Gennaccaro), Pdl (Berloffa e Pontecorvo), Unitalia (Schiatti), Pd (Bacchiega) ed Svp (Dorigoni). Unico astenuto, Buratti (Svp). Anche l’assessore Peintner Kofler (Svp), pur non avendo facoltà di voto, ieri non si è espressa sfavorevolmente. Determinante sarà il voto in consiglio, ma la quasi unanimità - bipartisan: destra, sinistra, italiani e tedeschi - fa ben sperare.

Le premesse. Spiega Foppa: «La conoscenza della seconda lingua in Alto Adige è largamente insoddisfacente. L’insegnamento frontale a lezione non basta. Sperimentazioni, lezioni veicolari, scambi e gemellaggi sono un ottimo primo passo, ma non sono certo la panacea. Per la scuola mista politicamente c’è ancora della strada da fare. I genitori però, specie i plurilingui, spingono perché si corra ai ripari». E allora, perché mai non inventarsi un mezzo passo verso il futuro?

La chiave edilizia. Potrebbe sembrare magari solo un escamotage, e invece è un’alzata d’ingegno non da poco. Ci si è ispirati alle direttive provinciali per l’edilizia scolastica del 2009, secondo le quali «è necessario prevedere l’adeguamento dell’edificio scolastico alle esigenze di cambiamento continuo proprio della scuola attuale»; e inoltre, «l’idea progettuale deve permettere successive modifiche e deve essere flessibile. Le soluzioni tecniche adottate devono poter corrispondere alle esigenze più diverse». Ci voleva così poco...

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