Kainrath: Museion, nuova sfida 

Il cda dovrà gestire il passaggio e selezionare i candidati per la direzione



BOLZANO. Peter Paul Kainrath è la "new entry" nel nuovo cda della fondazione Museion. E non una qualsiasi. Perchè tra l'invenzione di "Transart" e un posto al tavolo di vertice di "Manifesta" nella sua centrale di Amsterdam, il suo è nome molto organico al mondo dell'arte. Nel senso che Kainrath non si porta dentro Museion un immagine neutra ma una decisa caratterizzazione, anche curatoriale.

Si è data una spiegazione sul perchè in Provincia è stato fatto il suo nome?

"Nessuno me l'ha spiegato. Immagino per alcuni miei precedenti. Penso a “Transart”, alla mia presenza a “Manifesta”, questa centrale dell'arte che organizza ogni due anni un grande evento mobile in giro per le città d'Europa. Anche a Bolzano in passato...".

Insomma, un'esperienza internazionale. Si pensa che a Museion manchi?

"Beh, direi proprio di no. Museion ha preso Bolzano come una città molto lontana dall'arte contemporanea, per sensibilità e tradizione e l'ha condotta in breve tempo a diventare una protagonista del settore. Proprio perchè l'ha messa in contatto con l'esterno. No, ma credo che tutto questo sforzo lo si voglia magari accentuare. Proseguire, ecco...".

Ma si immagina che lei e il nuovo cda vogliano cambiare qualcosa, o no?

"Allora, mettiamola così: Museion deve aprire ora il secondo capitolo della sua storia. Ci aspetta una nuova sfida. Ma il primo non è che sia andato poi male, al contrario. Sono stati anni di grande fervore. Magari..."

Magari?

"Ha probabilmente sofferto quella che io chiamo la "grande ombra". E cioè l'episodio di Kippenberger e della sua croce, proprio nell'evento inaugurale. Questo ha fatto iniziare la sua storia con un peso. Ma adesso il cerchio si è chiuso proprio con l'ultima straordinaria mostra con lo stesso Kippenberger. Ecco perchè parlavo di secondo capitolo. Si va avanti".

Nel prossimo anno solare ci sarà anche il cambio di direzione. Letizia Ragaglia ha condotto a lungo Museion e l'ha caratterizzato.

"E' stato un grande lavoro. Certo, il nuovo cda dovrà gestire questo passaggio e selezionare i candidati".

Sarà una selezione internazionale?

"Assolutamente sì".

Museion ha bisogno di 3 milioni l'anno. Quasi tutti pubblici. Si deve coinvolgere più i privati come ha sollecitato anche Achammer?

"É quello che serve fare. Ma questa direzione è già stata intrapresa. Si tratta ora di insistere. Senza aprirsi si muore. Peggio, si torna indietro".

Lei in Transart ha contaminato i generi e le discipline, ha fatto entrare l'arte in luoghi non "deputati". E' quello di cui necessita Museion?

"Tutta l'arte contemporanea ne necessita".

Pensa che il cda debba incidere anche sulle scelte curatoriali? Nel senso: l'arte contemporanea è fatta di tanti mondi, non solo di concettuale per il quale Museion pare essersi specializzato.

"Vedremo. Io entro, intanto, per studiare e osservare. Certo, ogni direzione ha le sue caratteristiche. Basta guardare agli altri musei contemporanei. Ma non dimentichiamolo: l'offerta di questo tipo di istituzioni non intercetta quasi mai la gran massa del pubblico. L'arte contemporanea è partita con l'interessare una nicchia di fruitori ed è importante il suo sforzo di interessare sempre più persone. Ma è un percorso complesso. Per questo i numeri che ha fatto Museion, come biglietti e visitatori, sono molto significativi".

Come le polemiche...

"Ben vengano. L'arte soprattutto contemporanea è quasi ovunque fatta così: crea discussione". (p.ca.)













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