Kompatscher bis «Garantisco io» 

Il governatore rassicura il Consiglio sull’alleanza con la Lega I Verdi: «La destra peggiore». Repetto: «Svp opportunista»  


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Inizia il Kompatscher2. Ieri l’elezione del presidente in consiglio provinciale. Per la giunta si deve attendere il voto di venerdì prossimo. Arno Kompatscher viene eletto per la seconda volta con 19 sì e 16 no. Nessuna sorpresa, nessun brivido: per la prima volta l’elezione si è svolta con voto palese. Astenersi franchi tiratori. È la seduta della svolta: la Svp abbandona il centrosinistra e per la prima volta si allea in Provincia con un partito di destra, la Lega di Salvini. Le opposizioni spellano l’accordo. La Svp ci mette la faccia con Kompatscher e l’Obmann Philipp Achammer, gli unici intervenuti: «Non chiediamo allori preventivi, ma almeno il rispetto». Kompatscher scandisce: «Non tradiremo i nostri valori, non tradirò i “miei” valori, è un impegno personale». Carlo Vettori (capogruppo della Lega) va più spiccio: «Quanta invidia. Sembra che entrino in giunta i nazisti...».

Prima di partire per Roma (seduta al Cipe sull’A22) Kompatscher si riserva l’ultimo colpo a sorpresa. Deposita in Consiglio la proposta per la giunta con i nomi degli assessori, le deleghe e i vice. Il suo vice vicario sarà Arnold Schuler: sbalorditi i tanti nella Svp che davano per scontato quel ruolo per l’Obmann Philipp Achammer. Per la Svp un altro mattone nel muro delle tensioni. Mai visti tanti musi lunghi al debutto di legislatura. Daniel Alfreider sarà il primo vice presidente ladino. Il vice italiano sarà Giuliano Vettorato (Lega). È il trionfo della linea Salvini: Massimo Bessone, cui Kompatscher aveva proposto il ruolo di vice mercoledì sera, ha rinunciato per non irritare il Capitano.

AMICI E PARENTI. Tribuna piena ieri mattina. È la seconda seduta, dopo il debutto del 14 novembre, ma molti consiglieri si sono fatti accompagnare dalla famiglia. C’è la moglie di Kompatscher, Nadja Ahlbrecht. Ringraziata al microfono per il sostegno. «Danke Schatz». Ci sono i supporter di Vettorato, da Laives con furore, il sindaco Christian Bianchi e l’assessora Claudia Furlani, Paolo Zenorini. Per la prima volta si accomoda in tribuna come spettatore Hans Heiss, per ascoltare le requisitorie contro la Svp-Lega dei suoi ex colleghi dei Verdi.

LA SECONDA VOLTA. Differenze presidente Kompatscher? «Cinque anni fa era tutto nuovo, c’era la responsabilità nei confronti di chi mi ha preceduto, l’autonomia e le finanze in pericolo. Quei problemi sono risolti, abbiamo nuove sfide», così Kompatscher. Proprio «sfida» è la parola che torna di più. C’è da spiegare la svolta storica e l’alleanza con un partito sovranista. E allora nel suo discorso insiste sulla convivenza («terra splendida con diverse tradizioni e gruppi linguistici»), sulle sfide che sono pari possibilità per tutti, «perché non può essere che la possibilità di avverare il proprio sogno dipenda da dove nasci e in quale gruppo linguistico», stipendi che devono diventare «adeguati» per tutti, le case meno care, la sostenibilità come chiave di tutto. E l’immigrazione? «Tema spesso eccessivamente presente», esordisce Kompatscher. Non viene abbandonata, dice, la scelta umanità-legalità. L’autonomia deve crescere, sotto l’ala europea. No alla moratoria etnica chiesta da Alessandro Urzì. «I temi ci sono ed è giusto affrontarli, per evitare il gioco delle provocazioni», gli risponde. Invita le opposizioni a «lavorare insieme», ammettendo «negli ultimi cinque non ci siamo riusciti abbastanza». Achammer fa il quadro: «Qui tutti sembrano sapere già cosa accadrà... Abbia deciso di trattare con la lega per rispettare il voto degli elettori. Non è una scusa. Tre i paletti che la Svp ha fissato all’inizio: politica di compensazione tra gruppi linguistici e fasce di età, politica di solidarietà che valuta l’impegno del singolo, i valori europei, che sono uno de punti di divergenza e su cui abbiamo trovato un compromesso». Vettori risponde alle critiche: Il nostro è un programma molto più dettagliato rispetto al 2013. Da oggi si cambia, ci sarà una politica di centrodestra, come chiesto dagli elettori». Sandro Repetto (Pd), il moderato per eccellenza, sfoggia una cravatta rossa, «certo che non è casuale». Il Pd inizia con lui la stagione all’opposizione: «La Realpolitik sconfessa un percorso di collaborazione che dal 1972 ci ha portato qui, ai successi elencati dal presidente. Nel programma parlate di aperture. Con la Lega? Me li ricordo i discorsi di Vettori in consiglio comunale su gay e immigrati. Presidente Kompatscher, ho stima di lei. Non tradisca i suoi valori». Riccardo Dello Sbarba (Verdi) alza una serie di fotografie: Kompatscher nel 2012 sul camper di Renzi, con Renzi a Castel Presule, con Maria Elena Boschi e Gianclaudio Bressa: «Qual è il collegamento tra questa storia e quanto accade oggi? Non vi riconosco, perfino Repetto, povero, è all’opposizione. Vi siete alleati con la peggiore destra, quella di Salvini. L’avete sottovalutata, finirete nella sua morsa. Avete deciso di congelare l’Alto Adige, diventerà tutto più piccolo, perfino il Clil volete rivedere». La capogruppo Brigitte Foppa opera con il bisturi. C’era l’alternativa di una giunta di centrosinistra con i Verdi. È stata scelta la Lega, dice Foppa, «un partner che non stimate. È il modo per non toccare i tabù: i sudtirolesi vittime (ma sul Bassorilievo di Mussolini è stato fatto un grande lavoro), le scuole separate, l’agricoltura “buona”». Quello con il cambiamento è un appuntamento solo rinviato, profetizza Paul Köllensperger: «Avete scelto le vecchie logiche, non avete voluto fare un passo in avanti. Celebrate un matrimonio di interesse, ma le contraddizioni emergeranno. Il monopolio della Svp sul mondo tedesco è solo sulla carta, per noi del Team K la pluralità di questa terra è un arricchimento non una minaccia». Bene il richiamo ai valori cristiani, dice Diego Nicolini (M5S), «ma lo siamo veramente o è solo un’etichetta?». Quanto all’Ue, dice Nicolini «i suoi veri amici sono i tecnocrati».

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