Kompatscher da Alfano: «Caserme per i profughi»

Il presidente ieri alla seduta del governo: «Ci servono spazi per gestire i flussi» Sulla chiusura del Brennero annunciata da Vienna: «Schengen non può morire»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. L’Euregio affossato dalle reti austriache al Brennero per bloccare il passaggio dei migranti? Schengen cancellata dai controlli alla frontiera? Lo scenario si avvicina. Il cancelliere austriaco Werner Faymann annuncia «in settimana» la presentazione di misure straordinarie, anche in zona Brennero, per bloccare il transito incontrollato dei migranti tra Italia e Austria. E il presidente provinciale Arno Kompatscher è volato a Roma per incontrare il ministro degli Interni Angelino Alfano. Ieri sera il colloquio sulla crisi alle frontiere. Kompatscher chiede che il governo metta a disposizione della Provincia caserme dismesse per gestire l’eventuale presenza straordinaria di profughi. E chiede che il governo si impegni per salvare Schengen: «I controlli rigidi vanno effettuati sui confini esterni dell’Ue, non su quelli interni. Non possiamo permettere che interessi particolari possano minare il progetto europeo congiunto e che per questo l'Euroregione venga frammentata. Kompatscher ha partecipato al Consiglio dei Ministri convocato alle ore 21. La presenza del presidente provinciale era richiesta perché nell’ordine del giorno era prevista l’approvazione delle prime due norme di attuazione del pacchetto concordato con il governo: la potestà di Bolzano e Trento per l’istituzione dei pedaggi sui passi dolomitici e sullo Stelvio e la norma sulla sezione della Corte dei Conti preposta al controllo sulle società pubbliche provinciali. Kompatscher ha chiesto di incontrare a margine del Consiglio dei Ministri Alfano e il ministro degli esterni Paolo Gentiloni. Il freno alla libera circolazione, tra le altre conseguenze, mina l’Euregio, uno dei progetti politici su cui il presidente provinciale più scommette. Dopo Faymann, ieri il ministro degli esteri di Vienna Sebastian Kurz ha confermato in Montenegro l’intenzione di fermare il flusso di profughi alle frontiere austriache. L’Austria chiuderà. «E noi ci prepariamo. L’Austria non chiuderà di certo i confini, ma probabilmente intensificherà di molto i controlli tra Italia e Austria. Già questo avrà ripercussioni pesanti sia sulla libera circolazione dei cittadini europei che sulla presenza di migranti sul territorio italiano. Se ci sarà un filtro più rigido, il numero di stranieri fermati in Italia crescerà», risponde Kompatscher. Questa la linea discussa ieri a margine del Consiglio dei ministri. «Ci prepariamo per ogni eventualità. Chiediamo che ci vengano messe a disposizione alcune delle caserme sul nostro territorio, su cui c’è già l’accordo sulle permute, per l’accoglienza dei richiedenti asilo. C’è poi il profilo più politico di questa crisi. La nostra richiesta è che l’Italia insista con energia per una nuova linea europea sull’emergenza profughi: va modificato l’accordo di Dublino, che assegna i migranti ai Paesi di primo arrivo e va varata una politica europea di ripartizione delle presenze», così Kompatscher. L’asse Bolzano- Vienna non funziona su questa emergenza? «L’altro giorno ho parlato a lungo con Kurz per capire le loro intenzioni. Mi ha spiegato che devono tutelarsi, finché non ci sarà una politica comune europea sui profughi». E Günter Platter, il presidente tirolese partner dell’Euregio? «Anche a Platter non piace il blocco della libera circolazione, che è l’opposto dell’Euregio. Tutti noi speriamo che i capi di Stato capiscano che giocare con Schengen significa giocare con il fuoco».

La linea di Kompatscher ha trovato ieri una sponda a Bruxelles. Il Comitato delle Regioni aveva all'ordine del giorno una risoluzione sul tema "Le minacce allo spazio senza frontiere dell'Ue (spazio Schengen)", sostenuta tra gli altri da Kompatscher. Tusk ha fatto riferimento all'area transfrontaliera dell'Euregio e alla particolarità di una popolazione che parla in tedesco, italiano e ladino. Tusk: «Nessuno vuole vedere un’area transfrontaliera lacerata da controlli permanenti alla frontiera. La sfida è tutelare Schengen in questa fase in cui l'Europa si trova a sperimentare la crisi nei flussi migratori».

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