Kompatscher: «Non allargo la giunta»
Il presidente: «Stiamo lavorando bene, è cambiato lo stile». D’accordo l’Obmann Achammer e la segretaria del Pd
BOLZANO. La giunta «corta» funziona. Allargamenti non sono previsti. È questa la risposta del presidente provinciale Arno Kompatscher ai malumori che circolano tra le categorie economiche e i sindacati. Ne abbiamo dato conto sul giornale di ieri, con voci dai sindacati e dagli artigiani (contrario invece Pan di Assoimprenditori), che lamentano una lenta capacità di risposta da parte della giunta, a causa delle molte competenze attribuite agli assessori. Rispetto ai nove dell’ultima giunta Durnwalder, Kompatscher ha composto a gennaio una giunta a otto. La giunta corta viene sostenuta anche dall’Obmann della Svp e assessore Philipp Achammer e dalla segretaria del Pd Liliana Di Fede. Kompatscher rispedisce così le critiche al mittente: «Il problema esiste o viene posto da qualcuno che non ha più accesso immediato alle 6 di mattina e lamenta di avere i funzionari come interlocutori? Una rivisitazione di quel sistema era chiesto da tutti e ora che si applica...». Sono passati nove mesi dall’insediamento della giunta. Da presidente e titolare delle competenze di Economia, finanze e innovazione, il bilancio di Kompatscher è dunque positivo? Non riterrebbe utile un allargamento della giunta per avere assessori meno oberati? «No», è la riposta, «Il problema non esiste. È cambiato il modo di affrontare le cose. Respingo la critica che la giunta non stia lavorando. Stiamo affrontando riforme importanti. Se rileggo il mio programma dei 100 giorni posso dire che sia stato fatto quasi tutto, gestendo anche “imprevisti” importanti». Ancora più secca la risposta di Achammer: «Non è un tema e non mi sono arrivate lamentele in questa direzione. Non ritengo che sia utile aprire una discussione». Il tenore non cambia se si passa in casa Pd. Così Liliana Di Fede: «Siamo in una stagione di riduzione delle giunte. Per restare all’Alto Adige, la legge regionale sui Comuni impone il taglio delle giunte comunali a partire dalle elezioni del 2015. A Laives, dove sono sindaco, siamo già scesi per nostra decisione da sette a sei e sei è il numero previsto dalla legge per la prossima consiliatura. È ovvio che riducendo il numero degli assessori, chi resta dovrà lavorare di più». Senza offendere Laives, la giunta provinciale, che gestisce 5 miliardi di bilancio, ha un ruolo diverso da un Comune. «Ovvio», risponde Liliana Di Fede, «ma se mi viene chiesto un giudizio sull’operato della giunta Kompatscher a meno di un anno dell’insediamento, rispondo che a mio parere sta lavorando bene. Affronta questioni complesse, a partire dalla riforma della sanità, degli enti locali e la trattativa finanziaria con Roma. Lo fa bene, con una squadra giovane cui va lasciato il tempo di assestarsi». Il Pd ha dunque archiviato la richiesta di allargare la giunta, previa riforma dello Statuto, per consentire l’ingresso di un secondo assessore del gruppo italiano? Il tema fa parte dell’accordo di coalizione Pd-Svp. No, risponde Di Fede, «La discussione sullo Statuto è aperta, ma è un altro fronte. Si tratta di intervenire sulla rappresentanza italiana, non di criticare il lavoro della giunta». (fr.g.)