Kompatscher non convince sulla scuola

Piace il nuovo corso del futuro governatore, ma consiglieri e assessori italiani lo invitano ad avere più coraggio


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Il «new deal» annunciato dal presidente della giunta provinciale in pectore Arno Kompatscher sembra aver convinto - seppur con sfumaure diverse - assessori e consiglieri provinciali italiani, ai quali però non è piaciuta la precisazione sulla «scuola mista, ormai al tramonto», come confermerebbero le valutazioni dell’ex rettore della Lub Rita Franceschini. «Diciamo - precisa l’assessore provinciale Christian Tommasini - che nessuno ha mai parlato di una scuola mista, ma della necessità di investire ancora di più sul plurilinguismo. La scuola italiana, da questo punto di vista, è più avanti. Saremo felici di spiegare il nostro modello a Kompatscher». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega del Pd Roberto Bizzo, per il quale - oltre ad investire più tempo e risorse nel plurilinguismo - sarà necessario «puntare anche su qualità ed efficienza, in modo tale da rendere ancora più facile l’inserimento dei nostri ragazzi nel mondo del lavoro».

Più critiche le valutazioni dei consiglieri provinciali di opposizione. Per Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore), reduce da un dibattito al ginnasio tedesco, «sarebbe miope non accorgersi e non tenere conto della richiesta, in costante aumento, di plurilinguismo da parte dei giovani di entrambi i gruppi. Se Kompatscher non ne è convinto prevedo vita dura per gli assessori del Pd per altri cinque anni». Al Verde Riccardo Dello Sbarba non piace proprio la definizione «scuola mista»: «La ritengo una brutta e fuorviante. Da tempo stiamo parlando di altro, ovvero di una scuola plurilingue come offerta aggiuntiva. A chiederla sono tutti: studenti e genitori».

Piace, invece l’apertura sui finanziamenti ai Comuni più grandi, anche se Dello Sbarba e Urzì sottolineano come sia stato proprio Kompatscher a firmare un’intesa che ha penalizzato soprattutto Bolzano, Merano e Laives costringendo anche l’Assb a cancellare servizi importanti per la comunità. «Ha fatto bene Spagnolli - sottolinea Tommasini - a porre la questione della galleria per bypassare il capoluogo. Per noi sarà uno dei punti qualificanti dell’accordo con la Svp. Sono convinto che Kompatscher saprà trovare la soluzione migliore assieme a noi».

Sull’effettivo superamento delle questioni etniche sono d’accordo, nella sostanza, gli alleati del Pd, mentre Dello Sbarba ritiene necessario «deetnicizzare l’autonomia, portando ad un solo anno la clausola per votare», mentre Urzì suggerisce di ripartire da zero «ma dopo aver ritirato la legge sulla toponomastica che umilia migliaia di italiani».

Riscuote consensi l’apertura sull’immigrazione, a patto che Kompatscher riesca a convincere anche l’ala più conservatrice del suo partito sulla necessità di spendere più risorse nell’integrazione. «Per molti - sottolinea l’assessore Bizzo - la parola immigrazione equivale solo a produzione e ci si dimentica che gli stranieri sono persone con diritti e bisogni». Dello Sbarba chiede di cambiare la legge sull’immigrazione mentre Tommasini invita ad inquadrare le politiche su questo tema «non più con paura ma con un atteggiamento positivo».

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