Kompatscher: «Sì alla moratoria etnica»

Il governatore: «Non si può collaborare con chi non rispetta tutti i gruppi». Blaas: «Anche noi ci smarchiamo». Urzì scettico



BOLZANO. Kompatscher ci sta. Sì alla moratoria in consiglio provinciale sulle mozioni etniche della destra tedesca, come proposto da Christian Tommasini. «Con certe persone evidentemente non è possibile collaborare», sottolinea Arno Kompatscher. Il presidente provinciale si conferma assai colpito dalla escalation di dichiarazioni ferocemente ostili al gruppo italiano arrivate da Sven Knoll e Andreas Pöder dopo le polemiche sugli Schützen in piazza per Juncker. Una su tutte, «come i migranti che arrivano in Sudtirolo devono essere disposti ad integrarsi, lo stesso vale per gli italiani. Non è il Sudtirolo che si deve adattare, ma viceversa», ha dichiarato Sven Knoll (Stf). Nasce così la decisione di Christian Tommasini, che martedì porterà in giunta la proposta di moratoria sulle mozioni «etniche». La destra tedesca sembra infatti avere ricavato slancio dal voto della Svp favorevole alla mozione contro la toponomastica «fascista» e dall’invito ai soli Schützen in piazza Magnago. Togliere ossigeno alla destra, propone Tommasini, perché troppo veleno sta tornando in circolazione. E Kompatscher dà ragione al vice presidente sulla moratoria: «È stupefacente constatare che c’è un gruppo consiliare, o almeno un suo rappresentante come Knoll, che vorrebbe sottrarre a qualcuno il diritto alla propria Heimat. Tutta la nostra società e autonomia è basata sul principio di interazione tra i diversi gruppi linguistici. Alla base di tutto deve esserci il rispetto reciproco. Collaborare in queste condizioni è difficile, ha ragione Tommasini. Finché vengono proposti ragionamenti di questo tipo non ci può essere alcun tipo di collaborazione, anche dove potrebbero esserci dei punti di intesa. No, dall’asfaltatura delle strade alla toponomastica, non ci può essere lavoro in comune con chi ha simili prese di posizione». Kompatscher rifiuta invece il ragionamento secondo cui la destra tedesca avrebbe respirato un clima di sdoganamento da parte della Svp: «Dalla famosa mozione sulla toponomastica sono state tolte molte parti, è rimasta la condanna del fatto storico. Si parla di storia, non del nostro futuro. Quanto agli Schützen, ribadisco la mia posizione: il clima pesante provocato da chi vuole negare la Heimat a una parte di concittadini spiega perché viene vissuta come una aggressione il ricevimento degli Schützen a Juncker».

Walter Blaas, Obmann dei Freiheitlichen, ha firmato ieri, insieme al segretario organizzativo Simon Auer e alla vice Obfrau Tamara Oberhofer, una nota di solidarietà verso gli Schützen, realtà «che merita massimo rispetto», per l’attività di volontariato. Blaas ci tiene però a sottolineare: «Ci siamo tenuti fuori dalla polemica etnica e continueremo a farlo, in questi giorni, come in passato. La nostra posizione è chiara: progetti come lo Stato libero del Sudtirolo passano solo attraverso buoni rapporti tra gruppo italiano e tedesco. Non sosteniamo mozioni provocatorie di altri gruppi. Tra lo stupore generale, sono stato io ad alzarmi in consiglio regionale per bocciare la mozione di Knoll contro l’adunata degli alpini a Trento». Alessandro Urzì (Alto Adige nel cuore) ironizza: «Egregio vicepresidente Tommasini, lei in giunta provinciale deve pretendere dai suoi alleati che non inseguano più gli estremisti e i provocatori, non che evitino di discutere le loro tesi per non cadere… in tentazione. La sua tesi e proposta è paradossale». Enrico Lillo (Alleanza per l’Alto Adige) ha depositato ieri in Tribunale l'esposto contro Christian Kollmann (Stf) per le affermazioni offensive contro i militari italiani. L’esposto è stato firmato da cento cittadini. (fr.g.)

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