Kompatscher: Statuto, tocca alla politica

Il governatore sulla Convenzione: «Ci aspettiamo tante voci dai cittadini, ma l’ultima parola spetterà alle istituzioni»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Arno Kompatscher ha invitato a non riporre troppe aspettative nella Convenzione sull’Alto Adige, il primo percorso aperto ai cittadini che da sabato 16 gennaio discuterà (senza votarli) i contenuti del nuovo Statuto di Autonomia. Cosa intendeva e quali sono le aspettative del presidente provinciale? Così Kompatscher si avvicina ai lavori della convenzione.

Perché non ci si deve aspettare troppo?

«Perché la Convenzione non sarà una assemblea costituente. Il testo che uscirà non sarà legge. La Convenzione produrrà una relazione, forse più di una, che saranno uno stimolo per la politica. A quel punto inizierà il percorso legislativo vero e proprio, con il lavoro in consiglio provinciale sul testo altoatesino, la discussione nel consiglio provinciale trentino, il consiglio regionale e infine il governo e il Parlamento. Ecco, semplicemente non vorrei che si pensasse che le assemblee e la Convenzione dei 33 abbiano il potere di modificare lo Statuto. È ovvio che la Convenzione sarà un momento molto importante. Mi piacerebbe che arrivassimo a un “patriottismo dell’autonomia”».

Cosa intende?

«Sarebbe bello se le persone di tutti i gruppi linguistici si riconoscessero nell’autonomia. Ho sempre pensato che la Convenzione potesse essere l’occasione per capire meglio il valore e il potenziale dell’autonomia e discutere con i cittadini di come svilupparla ulteriormente. Ho l’impressione che le persone dimentichino cosa ci ha garantito la specialità. Ce la invidiano in tutto il mondo, mentre qui la si dà per scontata o viene messa in discussione. Abbiamo mesi davanti a noi in cui discutere di tutto questo, con le critiche e le idee che ognuno vorrà portare. Ricordo che quando si arriverà alla fase conclusiva in Parlamento, dovrà essere garantito l’ancoraggio internazionale, attraverso il coinvolgimento dell’Austria».

Francesco Palermo lancia un appello perché i cittadini si rimbocchino le maniche e partecipino.

«Sì, l’obiettivo è provocare un grande dibattito pubblico. Dall’ultima stesura dello statuto si è evoluta la società, è cambiato il quadro giuridico europeo e nazionale. È tempo di preparare un nuovo testo».

La Svp ha iniziato a discutere sui contenuti, avete già fissato i vostri paletti?

«C’è un gruppo di lavoro interno, che discuterà le nostre proposte, come faranno tutti... È prematuro dire di più sui contenuti».

La Convenzione diventerà l’arena per mal di pancia etnici e velleità secessioniste?

«Sicuramente sarà così. Prepariamoci e non nascondiamoci dietro un dito. Se ascoltiamo certi argomenti in consiglio provinciale, in piazza, al bar, è opportuno mettere queste discussioni sul tavolo senza timori, spiegando che certe proposte sono sganciate da qualsiasi contesto politico europeo. Vedremo ciò che è più realistico e ciò che lo è meno. Confido nel buonsenso. I tabù non servono a nulla. Certi discorsi circolano. Affrontiamoli».

La Convenzione può diventare una palestra delle idee. Magari emergerà qualche cervello brillante.

«Speriamo di sì... Sarà una bella opportunità per chi vuole portare il suo contributo al di fuori degli schemi codificati della politica».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Tennis

Sinner torna in campo, nel Principato primo allenamento verso il Roland Garros

Dopo le cure all’anca al J Medical, Il campione di Sesto ha ripreso in mano la racchetta a Montecarlo sotto la supervisione coach Vagnozzi e Cahill. Ma non ha sciolto le riserve sulla sua partecipazione a Parigi (foto Instagram Sinner)

LA SPERANZA Il post di Cahill che fa sperare i tifosi
IL CAMPIONE "A Parigi solo se sarò al 100%"
DOLORE Per il problema all'anca Sinner si affida al centro della Juve
GOSSIP Nuova fiamma per Jannik? Il gossip su Anna Kalinskaya

Attualità