Kripp: «Per i mendicanti restrizioni inaccettabili»

L’ex direttore della Caritas sta pensando di presentare un secondo ricorso al Tar Per l’economo della Diocesi la giunta ha tutelato «i gruppi di potere del centro»


di Giuseppe Rossi


MERANO. «Altro che un provvedimento mirato, le nuove regole sull'accattonaggio a Merano, così come le ha approvate il consiglio comunale, sono un divieto generalizzato di mendicare. Inaccettabile». Franz Kripp, ex direttore Caritas e ora economo e uomo di riferimento all'interno della diocesi, punta il dito contro le nuove disposizioni inserite nel regolamento di polizia urbana del Comune di Merano. «Mettiamo in fila tutti i luoghi dove l'accattonaggio vogliono che sia vietato - aggiunge Kripp - aggiungiamo i cento metri di distanza da quei luoghi introdotti su proposta dei Freiheitlichen e vedrà che a Merano non rimarrà neppure un centimetro quadrato sul quale poter chiedere l'elemosina. Non credo di sbagliarmi di molto». Un divieto generalizzato mascherato, insomma, poi neanche tanto, visto che il titolo dell'articolo 5 bis del regolamento di polizia municipale titola proprio "divieto di accattonaggio". Una tesi che in consiglio hanno inutilmente sostenuto Verdi, Pd e Rifondazione, gli unici alla fine a votare contro. Franz Kripp già due anni fa si era opposto in maniera concreta all’ordinanza, che il sindaco Januth aveva emesso sempre in tema di accattonaggio. Lui e un clochard della città avevano fatto ricorso al Tar e il tribunale aveva dato ragione ai ricorrenti, cancellando di fatto il provvedimento. «Prima di compiere qualsiasi passo - continua Kripp - voglio analizzare la versione definitiva del regolamento dopo l'inserimento degli emendamenti e degli ordini del giorno. Se le premesse, come credo, saranno mantenute, il regolamento come l'ordinanza di due anni fa sono da contestare, senza appello». L'ex direttore della Caritas è ancora più chiaro. «I luoghi e le misure inserite nel provvedimento sono tali, che di fatto diventa impossibile in città fare l'elemosina. E io credo che in questo modo si calpestino i diritti di chi vuole farla, ad esempio come scelta di vita, ma anche di chi trova giusto donare qualcosa al prossimo. Se non ci fossero persone generose, dalle strade scomparirebbero anche i questuanti». Per Kripp la scelta di approvare regole di questo tipo «ha fatto venire il mal di pancia al sindaco e al suo vice. Sicuramente sono stati spinti - continua l'ex direttore Caritas - dai gruppi di potere del centro storico». Resta però innegabile che in città, da una parte ci sono diversi punti di assistenza per poveri e che esistono vere e proprie bande organizzate di questuanti. «Esistono anche i falsi e i trucchi - conclude Kripp - questo è innegabile. Ma per combattere questi casi le leggi esistono già, non serve un regolamento. Tutto dipende dal fatto se si vigila a sufficienza e se le leggi si applicano».

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