Kurz rassicura l’Ue «Parlerò con Roma» 

Chiarimento del neo cancelliere austriaco con il presidente Tajani Kompatscher in gennaio a Vienna: «Non vogliamo una frattura sociale»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Il caso del doppio passaporto italo-austriaco solo per sudtirolesi e ladini finisce a Bruxelles e il cancelliere austriaco Sebastian Kurz non può che confermare davanti al presidente del Parlamento europeo Tajani l’impegno preso il giorno prima: «massima collaborazione» con il governo italiano. Dopo le scintille dell’annuncio del programma, con l’ultra destra dell’Fpö che detta agenda e scaletta, si conferma la linea della prudenza. L’irritazione del governo italiano ha ridefinito i paletti. Kurz annuncia un incontro con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. E sempre in gennaio il presidente Arno Kompatscher incontrerà Kurz a Vienna.

Kurz a Bruxelles. Antonio Tajani è stato tra i primi a lanciare l’allarme sul doppio passaporto, appena inserito nel programma del governo Övp-Fpö. Il passaggio è stato ribadito ieri nella presentazione del programma di governo in Parlamento a Vienna. Il vicecancelliere Strache ha ribadito l’intenzione di dialogare con l’Italia. Ieri Kurz e Tajani si sono incontrati a Bruxelles. Così il cancelliere: «Il premier italiano è un amico, viviamo tutti nell'Ue e questa iniziativa ci vedrà attenti a qualsiasi sensibilità che emergerà nel confronto con il governo italiano». Ha poi aggiunto: «La cooperazione con il governo italiano sarà al 100%». Tajani incassa la mossa distensiva: «Ho accolto con piacere la rassicurazione che non ci sarà alcuna iniziativa unilaterale che faccia fare all'Europa passi indietro». Alto Adige a parte, uno dei temi è l’impatto che avrà la destra euroscettica di Strache. Così Tajani: «Sono sicuro che Sebastian Kurz terrà l'Austria nel cuore dell'Europa». Elisabetta Gardini, già commissaria di Forza Italia in Alto Adige, commenta: «Meno male che Tajani c'è. È stato il presidente dell'Europarlamento a fare quello che avrebbero dovuto fare Gentiloni e Alfano».

Kompatscher a Vienna. Dopo la pausa natalizia Kompatscher si recherà a Vienna per la visita di cortesia al nuovo cancelleiere. Previsto anche un incontro insieme a Platter. Il presidente si è speso in questi giorni perché passasse una linea di profilo basso, per tenere separata la linea della Svp dalla destra sudtirolese e austriaca (ma Durnwalder si è dichiarato entusiasta). «Il cancelliere Kurz ha chiarito le cose», commenta Kompatscher, «L’approccio può essere solo europeo, passare dal confronto tra i governi interessati. E bisogna essere molto fermi nel dire che l’opportunità del doppio passaporto si trova su un piano separato rispetto alla funzione tutrice dell’Austria e alla nostra autonomia speciale». Aggiunge Kompatscher: «L’approccio dovrà essere individuale, delle singole persone, non una volontà collettiva». Non crede che in ogni caso, anche con le migliori intenzioni, il doppio passaporto provocherà una frattura nella società altoatesina? «È importante come verrà gestito tutto, a partire dai criteri. Di sicuro non aiuta presentarsi come ha fatto Werner Neubauer (il deputato della Fpö arrivato lunedì a Bolzano)», risponde Kompatscher. Se i governi di Italia e Austria discuteranno insieme i criteri sul doppio passaporto, ci sarà anche la Provincia al tavolo? «Non possiamo autoinvitarci, ma ce lo auguriamo».

Il no dei Verdi. Problemi pratici e problemi politici. I Verdi motivano il loro «no» al doppio passaporto, che «rischia di farci uscire dalla strada dell’autonomia». La convivenza potrebbe uscirne a pezzi, avvertono Brigitte Foppa, Hans Heiss e Riccardo Dello Sbarba: «Nella nostra terra si verrà a creare un divario nei diritti: una parte delle cittadine e dei cittadini sudtirolesi potrà richiedere la doppia cittadinanza, un’altra parte no. Questo fomenterà ancora di più l'impressione delle persone di lingua italiana di una loro progressiva emarginazione». Il gruppo linguistico italiano, sottolineano, «non ha bisogno di ulteriori attacchi». Ma potrebbero esserci problemi anche per i sudtirolesi: «Quale situazione potrebbe verificarsi se solo poche persone di lingua tedesca o ladina chiedessero il passaporto austriaco? Roma potrebbe dedurne che il rapporto con l’Austria abbia perso di significato e la funzione tutrice di Vienna si indebolirebbe. Se per evitare questo esito negativo partisse una campagna massiccia per convincere più persone possibile, si rischierebbe una spaccatura del gruppo di lingua tedesca tra chi si dimostrerebbe "fedele" al passato austriaco e chi si rivelerebbe un "traditore"».

Il no di Tommasini. Christian Tommasini (Pd) motiva così la sua critica alla proposta del doppio passaporto, dopo averla sostenuta nel 2009: «Oggi il tema non viene proposto (da parte austriaca e non solo) per andare nel senso di una cittadinanza più europea, come ponte fra il nord ed il sud dell’Europa, bensì per dividere la nostra terra in cittadini di serie A e di serie B, sulla base di un principio di sangue e di divisione etnica. Impostata così la proposta non è solo irricevibile, ma pericolosissima».

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