L’Abd all’Enac: «Air Alps va estromessa»

Duro il vicepresidente Jellici: «Austriaci scorretti e inaffidabili: applicheremo le penali. Dal primo dicembre stop ai voli»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Gianfranco Jellici, vicepresidente di Abd e uomo di fiducia dell’assessore provinciale alla mobilità Thomas Widmann, ha mediato per mesi con i vertici di Air Alps e dopo aver strappato, anche per iscritto, la promessa di una prosecuzione del servizio per altri sei mesi (oltre la scadenza naturale del contratto, fissata al 30 novembre) si era messo il cuore in pace. L’improvviso dietrofront degli austriaci (la partecipazione altoatesina è pressochè ininfluente) lo ha infastidito, al punto da fargli dire ieri che «è meglio restare una settimana senza voli che proseguire con una società guidata da manager scorretti e inaffidabili». Ieri le due parti non si sono nemmeno sentite e la nuova proposta di Air Alps- inviata in mattinata anche ai media - è stata rigettata da Abd e dalla Provincia senza tentennamenti. Il risultato di questo estenuante braccio di ferro è che se l’amministratore delegato della compagnia d’oltre Brennero Oliver Laduner non cambierà idea (e rispetterà i patti) entro venerdì dallo scalo bolzanino non ci saranno più voli per la capitale da sabato primo dicembre. A spiegare le ragioni di questo nuovo irrigidimento dei rapporti - dopo quello di gennaio - è stato il vicepresidente di Abd Jellici.

Dottor Jellici, come valuta la proposta di Air Alps di ridurre da 4 a 2 i voli per Roma dal lunedì al venerdì e da 2 a 1 i viaggi nel weekend?

«Si tratta di una proposta irricevibile che abbiamo già rispedito al mittente. Ma a stabilirlo non è l’Abd ma il contratto - firmato dall’Enac - che prevede quattro rotazioni, e non due, nei giorni feriali e due nel weekend. Per inciso: non può essere Air Alps a dettare le condizioni dell’offerta. O gli austriaci accettano tutto il pacchetto oppure non se ne fa nulla».

Ma cosa dice l’Enac a riguardo?

«Ci siamo confrontati con la dottoressa Giovanna Laschena, responsabile per le gare europee e i servizi, e le abbiamo chiesto di inviare una lettera ad Air Alps nella quale saranno illustrate le ragioni per cui la compagnia austriaca non può comportarsi come meglio crede».

Air Alps ha firmato un accordo nel quale si impegna a garantire i voli attuali anche da dicembre in poi?

«Certamente. Un impegno irrevocabile a lavorare in regime di proroga del contratto in essere».

La compagnia austriaca dice, in un comunicato, di voler continuare a offrire un servizio di linea senza sovvenzioni pubbliche con un programma di voli ridotto. La Provincia ha tagliato i fondi?

«Macchè. Le condizioni proposte sono le stesse. I contributi annuali sono di circa 1,2 milioni di euro e quindi, per la proroga di sei mesi, la Provincia è disposta a pagare la metà. Questo dietrofront è del tutto immotivato».

Cosa contesta ad Air Alps?

«Se la compagnia austriaca avesse intenzione di gettare la spugna perchè ritiene questa rotta poco redditizia non avrei nulla da eccepire. A farci arrabbiare è stata la decisione di dare forfait ad una manciata di giorni dalla scadenza del contratto. Se solo ce lo avessero detto venti giorni fa non avremmo avuto problemi a trovare un altro vettore in tempo utile. Il management della società è stato scorretto. E si conferma poco affidabile».

La Provincia è intenzionata, a questo punto, ad applicare le pesanti penali previste dal contratto?

«Non sarà la Provincia ma l’Enac a farlo. Noi faremo i conti sulla base dei voli cancellati senza la necessaria autorizzazione. E le penali, per quanto accaduto tra gennaio e febbraio, sono elevate».

Secondo lei Air Alps fa semplice pretattica?

«Non voglio chiamarlo ricatto, ma sicuramente ha tirato troppo la corda senza rendersi conto che non saremo noi a restare con il cerino in mano».

Quindi dal primo dicembre non ci saranno più voli da Bolzano a Roma e ritorno?

«Se Air Alps non tornerà sui suoi passi e manterrà gli impegni presi non se ne parla nemmeno».

La compagnia austriaca sta rischiando il tutto per tutto, anche per la necessità di far quadrare i conti. Lo scalo bolzanino da gennaio a settembre, complice anche lo stop dello scorso mese di gennaio, ha fatto registrare un calo tanto dei voli (-17,6%) quanto dei passeggeri (-30%). Questi ultimi, a fine anno, dovrebbero attestarsi attorno a quota 55 mila. Il coefficiente di riempimento dell'aeromobile è precipitato dal 70 al 48 per cento. Di qui l’imperativo di mantenere solo i voli più remunerativi.

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