L’accordo: la Provincia salva le Poste

Dieci milioni di euro per recapito, centro di smistamento e due punti di ritiro per l’e-commerce a Bolzano e Merano


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Ora, finalmente, possiamo dire che la Provincia potrà incidere sul «caos Poste». Con un esborso di 10 milioni di euro l’Alto Adige seguirà direttamente il servizio di recapito, ma non solo. È prevista la consegna della corrispondenza e dei giornali sei giorni su sette, non potranno più essere eliminati gli uffici nei Comuni più piccoli e a Bolzano e Merano verranno aperti due punti di ritiro per shopping online ed e-commerce, come avviene da anni in alcune grandi città. Il fatto più importante, forse, è che sarà creato un centro di smistamento e distribuzione provinciale (in via Resia) e che la nostra posta non sarà più smistata a Padova o Verona, almeno nel medio periodo. L’accordo, a dire il vero, era stato dato per fatto già ad ottobre, ma la firma a Roma - con l'amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio - è arrivata solo ieri.

Smistamento e distribuzione. In concreto, per quanto riguarda la distribuzione, la cifra messa a disposizione dal bilancio provinciale è di 3,2 milioni di euro, fondi che verranno detratti dal bilancio dello Stato con la procedura prevista dall’Accordo di Milano. A questi si devono aggiungere altri 6,8 milioni sotto forma di ulteriori servizi, tra i quali spiccano la riapertura del centro di smistamento e distribuzione in via Resia e altre iniziative con una forte spinta alla modernizzazione, per un totale di 10 milioni di euro.

Personale e servizi aggiuntivi. Oltre alla creazione del centro di smistamento e distribuzione provinciale e alla garanzia del mantenimento dei 129 uffici postali che danno lavoro a 370 addetti e 503 postini (tra portalettere veri e propri e interni), l'accordo sottoscritto a Roma consentirà di aprire la strada per giungere in maniera graduale al pieno rispetto delle norme relative a bilinguismo e proporzionale. I postini saranno dotati di moderni strumenti digitali in grado di rendere molto più rapide e snelle le procedure, a tutto vantaggio della velocità e dell’accessibilità del servizio da parte dei cittadini. A Bolzano e Merano, infine, verranno aperti due punti di ritiro per shopping online ed e-commerce.

Una commissione paritetica vigilerà sull’Accordo. Questa nuova organizzazione del servizio verrà coordinata da un responsabile locale, mentre il monitoraggio sulla concreta attuazione dell’accordo sarà svolto da una commissione paritetica Provincia – Poste Italiane composta da 6 persone.

Basta chiusure degli uffici e lettere a Verona. «Il risultato più importante - ha commentato Kompatscher - è che in questo modo abbiamo la garanzia che nessun ufficio postale in Alto Adige verrà chiuso, e che l'occupazione in questo settore non solo non sarà a rischio, ma potrà beneficiare di un'ulteriore spinta alla crescita: a Bolzano, infatti, verrà realizzato il nuovo centro di smistamento e distribuzione che lavorerà tutta la posta locale, sino ad oggi gestita a Verona».

«Questo accordo - commenta l’ad di Poste italiane Francesco Caio - si inserisce nel percorso già avviato da Poste Italiane con i territori e le comunità, per servire i nuovi bisogni ed accompagnare il Paese verso l’economia digitale ed una maggiore competitività. La garanzia dell’universalità del servizio postale e la sostenibilità dell’impresa si rafforzano attraverso questi accordi, che valorizzano gli elementi distintivi di capillarità e prossimità di Poste ed il suo ruolo di azienda sociale e di mercato».

Sindacati alla finestra. Fabrizio Tomelleri, segretario della Slc/Cgil, per ora preferisce andarci con i piedi di piombo. «Il giudizio, complessivamente, è positivo ma ritengo sia stato un errore escluderci completamente dalle trattative. Il nostro contributo sarebbe stato prezioso. Premesso questo per riattivare l’ex Cpo di via Resia servono personale e investimenti mirati». Le cose, di sicuro, non cambieranno dall’oggi al domani.













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