L’acqua del rubinetto a un euro al litro in bar e ristoranti

Al Museion 30 cent a bicchiere: «Abbiamo troppe spese». L’Azienda di soggiorno protesta: «Questa non è ospitalità»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. I bolzanini stanno zitti e pagano. Lo fanno per rassegnazione, perchè “la città è cara”, perchè “qui costa tutto di più”. Capita però che si ribellino e protestino. A fare andare di traverso un pranzo al volo a due lettori sono stati due distinti scontrini al “Salewa bivac” ed al “Cafè Museion”. Nel primo caso l’avventore ha pagato 1 euro per una caraffa d’acqua del rubinetto, nel secondo caso 30 centesimi per un semplice bicchiere. Cifra non trascurabile visto che, secondo le tabelle Seab, un metro cubo di acqua potabile (la bellezza di mille litri) costa qualcosa meno di 50 centesimi. Pronta la replica dei diretti interessati. Così il “Salewa Bivac”: «Chiediamo gentilmente ai nostri ospiti 1 euro per il servizio. Finora nessuno si era mai lamentato anche perchè noi lo scriviamo nel menu». Walter Roman del “Cafè Museion” dice che il bicchier d’acqua a 30 centesimi è stata la soluzione consigliata dal commercialista per riuscire ad arginare le spese. «Capisco se una o due persone si siedono - racconta - mangiano e chiedono di bere acqua del rubinetto... ma se mi trovo con quaranta persone che avanzano la stessa richiesta, e vi assicuro che di recente la questione funziona così, non è possibile avere solo spese. Il cameriere che esce ed il bicchiere da lavare mi costano ed a fine giornata i conti devono tornare. E poi se un cliente consuma al banco e mi chiede un biccher d’acqua non lo faccio certo pagare».

Per Roberta Agosti, direttrice dell’Azienda di soggiorno, non è un buon biglietto da visita per l’ospitalità. «Capisco le ragioni del “Cafè Museion” e quelle del “Salewa Cafè”, capisco che se arrivano continuamente persone che mangiano e se la cavano con un bicchier d’acqua può diventare un problema ma invito gli esercenti a ricordare che c’è anche chi non riesce a bere la minerale anche se naturale. E poi un bicchier d’acqua, che ricordo è un bene comune, non si nega a nessuno». Mirco Benetello, di Confesercenti, allarga le braccia sconsolato: «Per fortuna questa è l’eccezione e non la regola anche tra i nostri associati. Credo sia una prassi fuori dagli standard del comportamento normale che noi scoraggiamo anche se comunque ognuno è liberissimo di far quel che vuole». Quindi la parola a Francesco D’Onofrio, gestore del “Città” di Piazza Walther, che offre agli avventori l’acqua del sindaco che zampilla da una fontanella giusto all’entrata del bar. «E’ vero. Offriamo l’acqua del rubinetto in bicchieri con sopra la scritta “acqua di Bolzano” ed incoraggiamo questo servizio che è assolutamente gratuito. Capisco i miei colleghi quando mi spiegano che ogni servizio va fatto pagare se a fine mese vogliano tornare nelle spese, ma non è questo il modo di fare».

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