L'intervista

L'affondo di Assoimprenditori: «Manca una visione per Bolzano» 

Il delegato per il capoluogo Mauro Chiarel: «Fanno le circonvallazioni a Chiusa e Bronzolo e qui l’Agenda Bolzano è ferma da cinque anni. Comune e Provincia si muovano»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Gli industriali hanno deciso: ora che è passato Ferragosto stilano il loro “manifesto” per Bolzano. Non saranno rose e fiori. In sostanza diranno: la nostra visione per Bolzano è questa, qual è quella della politica?

Anticipa il pepe che vi sarà messo dentro Mauro Chiarel, delegato di Assoimprenditori per il capoluogo, che ironizza: «Forse con l'età mi si è annebbiata un poco la vista ma per adesso ho ascoltato solo parole, i fatti non li vedo...».

E insiste sul tema complessivo: «L’idea della città che si vuole costruire non riguarda solo le grandi opere, ma la casa, il lavoro, la cultura. Ma ci sono ogni tanto delle notizie che mi fanno credere di essere sempre allo stesso punto...».

E quali, Mauro Chiarel?

Ho letto che si avviano le circonvallazioni di Chiusa e di Bronzolo. Con tutto il rispetto, ho letto bene, Bronzolo?

Ha letto bene.

Ecco perché dico, ma poi vedremo di confrontarci con gli associati proprio il primo di settembre, che a pochi mesi dalle provinciali siamo punto e a capo. Ma questa è solo una mia sensazione. Vedremo quale sarà quella degli altri.

Eppure c’è l'Agenda Bolzano, si dice che tra un pò dovrebbe partire almeno via Einstein...

È questo che dico: l’Agenda è del 2018, l'anno prossimo siamo al 2023 e non è partito neppure il primo snodo dell'accordo. So che ci sono stati problemi ma quello che si chiede da tempo alla politica non riguarda solo la viabilità. La viabilità è un capitolo.

Vuol dire che è inutile gestirlo staccato dal resto?

Lo è. Mi aspetterei che in queste fasi di crisi e di ansia per la ripresa, Comune, Provincia, anche l'Università si mettano davanti ad un tavolo e ci dicano cosa hanno in mente per Bolzano.

Cioè vi aspettate una visione?

Sì. E che invece non vediamo. I temi sono legati. Se non si decide cosa fare della città è difficile fare politiche abitative senza parlare con i Comuni vicini, ad esempio. Difficilissimo senza discuterne a lungo con la Provincia. E l'Università? Vogliamo dirci che se si fanno nuove facoltà e non si fanno anche politiche abitative mirate ai giovani e ai cervelli non ha molto senso avviare progetti non coordinati.

Ha parlato anche di Comuni vicini. È la città metropolitana su cui insiste il mondo dell'economia?

È quella. Faccio un esempio. La Provincia ha costruito grandi scivoli per i paesi vicini. Guardiamo al Comune di Sarentino. Bellissime gallerie, strada allargata. Bene. Ma poi tutti questi scivoli stradali piovono nell’imbuto di Bolzano. Che è lo stesso di 40 anni fa. E ugualmente per la MeBo o le altre direttrici. Arrivano decine di migliaia di pendolari da strade nuovissime e qui trovano strade uguali a quando ero bambino.

Cioè: i meranesi lasciano le loro bellissime circonvallazioni, Laives e Bronzolo pure, ora anche Sarentino e poi, dopo aver corso si trovano tutti in via Galilei, in via Roma e sull'arginale?

Questo è il quadro. È la ragione per la quale siamo felici che col Comune ci si parli, che si siano avviati gli accordi e i progetti per le grandi opere. Tranne che per la tangenziale, comunque... Bene, tutto questo ma ancora non si è visto nulla, mentre altrove si galoppa. E soprattutto non c'è un tavolo istituzionale da cui esca una visione unitaria per la città. Che dica: questa è la nostra direzione. Ma su tutto: case, lavoro, traffico, ateneo, urbanistica.

Qualche assessore in Comune prefigura una Zona aperta all'abitativo. È possibile?

Innazitutto occorrerebbe parlarne. E spiegare quanto pil produce la Zona e l’industria. Poi vediamo. Ma se tocchiamo gli insediamenti produttivi occorre sapere a cosa si va incontro. E anche in questo caso serve una visione complessiva e condivisa con Comune, noi, la Provincia e la Lub che tra un po’ avrà 400 persone per la sua nuova facoltà al Noi. Altrimenti queste proposte sono solo parole. È il difetto di molti, quello di non far seguire anche i fatti. Ma, ripeto, forse mi si è abbassata la vista...













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