L’agente Belingheri, donna in prima linea contro gli spacciatori 

La storia. Ventisette anni, è a capo di un’unità cinofila delle Fiamme Gialle di Bolzano in coppia con il fedele Escot: «L’idea è nata mentre facevo l’università e progettavo di andare  al Parlamento europeo a lavorare come interprete. Oggi sono felice: ho fatto la scelta giusta»


antonella mattioli


BOLZANO. Lui è nero, lei bionda. Nati a novembre, sotto il segno dello Scorpione, sono entrambi tosti. Lui è Escot, uno splendido Pastore tedesco di tre anni; lei è l’agente della Guardia di Finanza Serena Belingheri, 27 anni, bergamasca d’origine e bolzanina d’adozione. Assieme formano una coppia inseparabile. In Italia sono una quindici le unità cinofile delle Fiamme gialle con una donna come conduttrice; in Trentino Alto Adige è l’unica. Solo pochi giorni fa il fiuto del finanziere Escot, in servizio con l’agente Belingheri sulle piste da sci pusteresi, ha consentito di individuare la marijuana addosso a due turisti italiani; l’attenzione del cane è stata attirata anche da altri turisti che non avevano con sé sostanze stupefacenti, ma hanno spiegato di averne fatto uso nelle ore precedenti.

Come nasce questa passione?

«Al secondo anno di università, quando ero iscritta alla facoltà di traduzione e interpretariato di Padova. Io che a casa ho sempre avuto cani, parlando con un’amica che oggi è nell’Aeronautica militare, ho cominciato ad appassionarmi all’idea di entrare nella Guardia di finanza con un obiettivo preciso: diventare unità cinofila».

Ed ha abbandonato l’università?

«Assolutamente no. Ho proseguito gli studi e mi sono laureata, ma ho accantonato il progetto iniziale di fare l’interprete al Parlamento europeo».

Quindi ha fatto il concorso ed è entrata nelle Fiamme gialle.

«Ho fatto prima un anno di servizio militare nell’esercito a Trento, nel 2º Reggimento genio guastatori alpino. Poi il concorso per la Guardia di finanza che ho passato subito e mi hanno assegnata a Predazzo. Alla fine del corso, visto che sono specializzata in inglese e spagnolo, mi hanno mandata all’Ufficio interpreti di Roma. Finalmente, nell’autunno del 2016, il mio sogno si è realizzato».

Come si entra nel Gruppo unità cinofile?

«Per concorso. Il percorso per arrivare dove volevo è stato lungo, ma finalmente ce l’avevo fatta. Destinazione: Castiglione del Lago per sei mesi di corso».

È così che è nata la coppia Escot -Belingheri.

«Per la verità prima mi avevano assegnato un altro cane che io adoravo, purtroppo però non aveva le caratteristiche giuste. È così che ho fatto conoscenza con Escot, un Pastore tedesco di otto mesi, tanto bello quanto difficile e testardo. L’inizio è stato molto duro. Zero feeling, nessuna intesa. Ci è voluto tempo ma oggi siamo una coppia perfetta, anche se il lavoro è tutt’altro che finito».

Quante volte vi addestrate assieme durante la settimana?

«Praticamente ogni giorno: Escot è specializzato nella ricerca di sostanze stupefacenti. Per lui è un gioco. È addestrato a cercare gli odori che sono associati ad un manicotto: il suo giochino preferito».

Qual è la sostanza stupefacente più difficile da individuare?

«La cocaina; le più facili sono le droghe leggere».

I trafficati però sono sempre più abili nel mescolarla ad altre sostanze per mettere in difficoltà il fiuto del cane.

«La droga può essere mescolata a qualsiasi altra sostanza o nascosta in qualche parte della macchina o del camion, ma se c’è, Escot la trova».

Quanto può lavorare?

«Può lavorare anche tutto il giorno, ma ogni 20-30 minuti il cane va fatto riposare, per poi riprendere se necessario».

Quando va in pensione un finanziere a quattro zampe?

«Dipende, in media dopo un servizio di 6-7 anni. Alla fine della carriera rimane con il suo conduttore e si gode la meritata pensione».

A Bolzano come si trova?

«Sono qui dal giugno del 2017. La mia vita si divide tra lavoro e montagna che è da sempre la mia grande passione».

Come si lavora in un ambiente dove le donne sono ancora una minoranza?

«C’è il mix giusto tra due modi di essere diversi, che consente di completarsi a vicenda».

Secondo lei le donne nel mondo del lavoro oggi sono valorizzate?

«C’è ancora strada da fare, ma secondo me sono stati fatti passi avanti, soprattutto per quanto riguarda i giovani che sono abituati ad avere colleghe donne e le sanno valorizzare».













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