L'INTERVISTA karin cirimbelli 

L’agente immobiliare volontaria di strada  

Bolzano. «ricordo ancora il giorno preciso in cui tutto è iniziato: era il 29 gennaio del 2016. stavo guardando un servizio in televisione sul fiume di migranti - uomini, donne, bambini - che...



Bolzano. «ricordo ancora il giorno preciso in cui tutto è iniziato: era il 29 gennaio del 2016. stavo guardando un servizio in televisione sul fiume di migranti - uomini, donne, bambini - che tentavano di raggiungere l’europa lungo la rotta balcanica. è stato in quel momento che - davanti a tanta disperazione - ho deciso che anch’io avrei fatto la mia parte per cercare - nel mio piccolo - di aiutare chi fugge dalla guerra e dalla fame. o semplicemente insegue il sogno di una vita migliore». è così che Karin cirimbelli - 47 anni, agente immobiliare, madre di un ragazzo di vent’anni che vive a vienna e appoggia il suo impegno nel volontariato con “sos bozen” - ha cominciato a scendere in strada, ad andare nei giardini della stazione e sotto i ponti dove vivono gli “invisibili”.

«i richiedenti asilo - spiega - che arrivano in alto adige da soli, ovvero senza essere assegnati in base alle quote fissate dallo stato, secondo la circolare critelli non hanno diritto ad entrare in un centro di accoglienza. per questo non ci stancheremo mai di chiedere l’abolizione della circolare».

Da adesso e fino al 10 marzo del prossimo anno, a maso zeiler messo a disposizione gratuitamente dall’imprenditore hellmuth frasnelli, karin assieme ad un gruppo di volontari di sos bozen e in collaborazione con il centro consulenza profughi della caritas , gestirà il progetto “living in dignity”. l’obiettivo è dare un letto a chi oggi, pur lavorando, dorme sotto un ponte: «purtroppo - dice - sta aumentando il numero di coloro che si trovano in queste situazioni. ci sono giovani afgani che lavorano alle bancarelle di piazza erbe: si svegliano alle 5 di mattina e la sera dormono in qualche anfratto lungo il fiume. e comunque i grandi centri creati a bolzano da provincia e comune non funzionano. troppe persone stipate in uno stanzone: è un disastro. bisogna puntare sui piccoli centri, come questo o la casa di via carducci».















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