L’Alta Pusteria abbraccia le Dolomiti senza confini

Atteso nel 2018 il debutto del percorso che unisce 12 ferrate tra Italia e Austria A Sesto sono pronti: «Servono e sono previsti solo interventi di manutenzione»


di Fausto Da Deppo


ALTA PUSTERIA. Per celebrare i 100 anni dalla fine della Prima guerra mondiale, le Dolomiti preparano un percorso di pace. Debutterà appunto la prossima estate e si comporrà di dodici ferrate attraverso le province di Belluno e Bolzano e l’Osttirol per circa 100 chilometri. Con Gal Alto Bellunese, Provincia di Belluno e Alpenverein austriaco, c’è l’Associazione turistica di Sesto tra gli enti che promuovono il progetto “Dolomiti senza confini” e ne hanno ottenuto il riconoscimento europeo, efficace anche per finanziare una spesa relativa a interventi sui 200 mila euro.

“I lavori più consistenti riguardano la parte bellunese del tracciato – precisa Maria Luise Hofer, direttrice dell’Associazione turistica di Sesto – a Sesto e in genere in Alta Pusteria nell’alta via verranno integrati ferrate e tracciati esistenti, in ottimo stato di manutenzione visto che ogni estate, da giugno a settembre, vengono controllati dalle guide alpine. Per i percorso attrezzati di Sesto, le verifiche avvengono almeno tre volte a settimana, finanziati da contributi del parco Tre Cime. Al massimo, in vista dell’inaugurazione di Dolomiti senza confini, la semplice manutenzione ordinaria (controllo della percorribilità e delle attrezzature di ferrata) dovrà essere affiancata da opere di manutenzione straordinaria, con qualche sostituzione di ponticelli, scalette e corde. Ma non si aggiungeranno nuove infrastrutture fisse”.

Dodici le ferrate inserite nel tracciato “Dolomiti senza confini” su Tre Cime, Dolomiti di Sesto e Popera e Cresta di confine: quelle del Paterno, della Torre di Toblin, la via ferrata degli Alpini e la Strada degli Alpini, le vie Costoni e Zandonella, del monte Cavallino e D’Ambros, la Roghel e la Cengia Gabriella, il percorso a sud della Croda dei Toni e la via del Camoscio. E i collegamenti fra ferrata e ferrata?

“Anche in questo caso, si utilizzano sentieri esistenti. Altri sentieri, poi, vengono indicati come alternative ai tratti ferrati più impegnativi. Diciamo – prosegue Hofer – che le 12 ferrate, percorribili in 7-10 giorni, richiedono un livello di esperienza e preparazione anche alto. Si è cercato quindi di garantire la frequentazione di Dolomiti senza confini a tutti gli appassionati di montagna”.

L’obiettivo è coinvolgere un’ulteriore fascia di turisti.“Cerchiamo anche nuovi turisti, certo, oltre a quanti già scelgono le Dolomiti. Ma questo percorso di pace - afferma la direttrice - vuol essere soprattutto simbolico, unendo passaggi, strade, sentieri segnati e realizzati durante la Grande guerra e ora da scoprire o da rifare nel segno della pace, attraverso territori una volta divisi dai fronti e oggi uniti nell’Europa. In questo, c’è la valorizzazione del turismo transfrontaliero, c’è la collaborazione fra enti che operano in realtà sul confine e non più di confine e c’è la manutenzione del territorio e dei suoi segni storici”.

Per “Dolomiti senza confini”, sono attese iniziative di presentazione in avvicinamento all’estate 2018.

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