L’Alto Adige del futuro che guarda all’Europa 

Teatro gremito da 300 invitati, l’«Inno alla Gioia» e la storia dell’azienda Dalla resistenza al nazi-fascismo al gruppo che oggi conta 1534 dipendenti


di Francesca Gonzato


MERANO. Centotrenta anni di editoria, che sono diventati anche turismo, energia e telecomunicazioni. Il Gruppo Athesia ha festeggiato ieri mattina i 130 anni di attività con una cerimonia al Teatro Puccini di Merano. Sala piena di ospiti dall’Alto Adige, dal Tirolo e dal Trentino, in tutto trecento, tra politici, autorità, imprenditori, collaboratori e partner. E la sorpresa del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sua presenza era annunciata, ma non era previsto un discorso. Invece il Capo dello Stato ha preso la parola. «Un intervento fuori programma», ha esordito sorridendo Mattarella, che ha parlato per sette minuti. Un discorso denso, ripreso dai media nazionali, che ha tenuto insieme il tema della libertà di stampa, caro al presidente, e la tutela delle minoranze linguistiche, «due valori correlati e sanciti dalla Costituzione». Tanta Europa nelle parole di Mattarella, «l’Unione europea è il nostro futuro», ha sottolineato, concludendo l’intervento a braccio con un sonoro «alles Gute». Michl Ebner (amministratore delegato di Athesia, il fratello Toni Ebner è direttore del Dolomiten) ha ringraziato il presidente, «lei è il garante della Costituzione, lei è il nostro garante». L’Europa è stato il filo conduttore di tutta la mattinata al Puccini, aperta dall’inno di Mameli e dall’Inno alla Gioia, l’inno europeo. Mattarella era arrivato a Merano domenica sera per pernottare all’hotel Meranerhof. Ieri mattina, prima della cerimonia, è stato raggiunto dal presidente provinciale Arno Kompatscher per un colloquio riservato di venti minuti. Poi Kompatscher e il commissario del governo Vito Cusumano hanno accompagnato Mattarella verso il Puccini, una passeggiata di pochi metri, senza auto blu. Alle porte del teatro Mattarella è stato accolto da Michl Ebner e dal sindaco Paul Rösch. Tra gli ospiti, il vescovo Ivo Muser, l’ex presidente Luis Durnwalder, Roland Riz, industriali come Stefan Pan, Gino e Matteo Lunelli, Pietro Tosolini, Alessandro Podini, il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi e di Trento Alessandro Andreatta, i parlamentari, la giunta, il presidente della Camera di commercio trentina Gianni Bort, i tre direttori Alberto Faustini (Alto Adige e Trentino), Toni Ebner (Dolomiten) e Pierangelo Giovanetti (L’Adige).

Ebner ha sottolineato che «noi dell’Athesia siamo intenzionati ad alimentare la fiamma, non a custodire le ceneri». E subito il tema dell’Europa e della convivenza: «A cento anni dalla fine della prima guerra mondiale, siamo convinti più che mai che il nostro futuro debba essere l’Europa. Un’Europa multilingue, senza confini, in grado di dare nuove opportunità e prospettive proprio alle minoranze linguistiche». Come impresa, ancora Ebner, «vogliamo assumere una funzione di ponte, linguistico ed economico, fra il mondo italiano e quello germanofono». Poi una carrellata sui 1534 dipendenti, tra cui «la nostra dipendente con la maggiore anzianità anagrafica e di servizio», la madre, Martha Ebner, a 96 anni direttrice di «Die Frau». Michl Ebner fa consegnare alla madre un mazzo di fiori e ricorda che essa, lo zio canonico Michael Gamper, il marito Toni Ebner e l’azienda «furono oggetto di intimidazioni e imposizioni fasciste e di vessazioni ancora più gravi da parte delle autorità naziste». La storia dell’Athesia è stata ripercorsa da Alois Müller, il presidente della società. Günther Platter, presidente tirolese, ricorda che l’Athesia «è sopravvissuta alla divisione del territorio storico del Tirolo e ha saputo cogliere le opportunità dell’integrazione europea». L’Ue, ha detto Platter, «resta l’ambito in cui realizzare il nostro futuro». Kompatscher ha sottolineato: «Athesia è sempre stata una azienda che ha saputo riconoscere i segni del progredire dei tempi e ha potuto evolversi continuamente». E ancora, per le minoranze «i media locali sono di cruciale importanza». Anche Kompatscher ricorda il canonico Gamper e gli altri «oppositori al nazismo e al fascismo». Da Christoph Leitl (presidente di Eurochambers) l’appello a unire le forze, «l’Europa deve restare insieme, gli opportunisti non potranno determinare i veri valori». Al Puccini il primo discorso in Alto Adige di Fugatti come presidente trentino. Dopo tanta Europa, Fugatti si concentra sull’importanza dell’informazione «bene pubblico», e su come sia più complesso «mettersi d’accordo su come le istituzioni possano sostenere la pluralità dei mezzi di comunicazione senza intaccarne l’autonomia». Sul podio anche Peter Brunner, sindaco di Bressanone, città da cui partì l’avventura editoriale. Moderazione della giornalista Manuela Vontavon. Musica eseguita dall’Ensemble G.Sanin con il tenore Mikheil Sheshaberidze e il basso Nick Casciaro.

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