L’angelo custode per salvare chi annega

Alla piscina coperta del Lido installato un innovativo sistema di videosorveglianza guidato da un software


di Davide Pasquali


BOLZANO. Sono soltanto due, le aziende a produrre sistemi di videosorveglianza subacquei per piscine. Mica due in Italia, sono soltanto due in tutto il mondo. E una ha sede a Bolzano, in via Sant’Osvaldo. Si chiama Angel Eye e la sua missione è inventare sofisticati marchingegni in grado di salvare la vita a chi rischia di annegare: telecamere sott’acqua gestite dall’intelligenza artificiale, in grado di allertare il bagnino appena qualcosa non funziona a dovere.Per anni non se li è filati nessuno, gli inventori bolzanini. Questo ovviamente in Alto Adige, perché nel resto del mondo sono conosciutissimi e hanno già installato oltre cinquanta impianti di videosorveglianza, dal costo di svariate decine di migliaia di euro l’uno. Li cercano entusiasti dagli Stati Uniti alla Russia, dall’Arabia Saudita alle sperdute isole dell’Atlantico, per arrivare addirittura alla Francia, ossia la patria dell’unico competitor dell’azienda a livello mondiale.

Be’ insomma, per farla breve: adesso anche a Bolzano ci si è accorti della loro esistenza. E così, la nuova vasca in acciaio inossidabile della piscina coperta del Lido, che riaprirà il 4 ottobre, sarà dotata del più innovativo sistema di monitoraggio esistente sul mercato.

Nella nuova vasca - si è iniziato a riempirla giovedì, si terminerà martedì - sono state installate otto telecamere subacquee, quattro per lato. Sei alla stessa profondità, le altre due più basse, in corrispondenza della buca dei tuffi. Stanno posizionate dentro a degli oblò e sono dotate di un cavo lungo cinque metri: così le si può estrarre e portare in superficie per la manutenzione senza dover svuotare la piscina (risparmiando così qualcosa come cinquemila euro alla volta).

Il cavo è speciale, prodotto su commissione: in grado di resistere all’aggressività del cloro. Così come su specifiche ad hoc è prodotto il corpo metallico che contiene la telecamera, fuso dal terzo socio della Angel Eye, una grossa fonderia germanica specializzata in componentistica per piscine. Ora come ora si sta studiando una telecamera ad hoc, perché le riprese subacquee non hanno nulla a che vedere con il resto dell’universo della videosorveglianza. Non si possono nemmeno usare gli infrarossi, sott’acqua, altrimenti sarebbe un gioco da bimbi individuare un corpo immobile in acqua. Per le riprese subacquee ci sono problemi notevoli dovuti alla rifrazione della luce, alle zone d’ombra, alle correnti, alle turbolenze. E il complesso software che gestisce il sistema deve tenere conto anche della liquida, indistinta mobilità subacquea. Oltre a dover essere in grado di tenere d’occhio 50 diversi soggetti in movimento per ciascuna delle telecamere, accorgersi se qualcuno di loro sta affondando, se si trova in una posizione eretta che permette la respirazione o meno, se non si muove più, se sta immobile. In quest’ultimo caso, il sistema automaticamente si mette a contare e dopo quindici secondi dà l’allerta, che viene trasmessa ai monitor fuori piscina e al palmare tenuto in mano dal bagnino, sul cui display compare in 3D la posizione della persona che si sente male. Ci sono due minuti di tempo, per salvare una persona che annega. A un bagnino a bordo vasca ne occorrono 30-45 per recuperarla e portarla a terra. Dunque, rimane un buon minuto per rianimarla. Il sistema non sostituisce ovviamente il bagnino, lo aiuta, specie se la piscina è sovraffollata.

Telecamere per i Cagnotto. Già che c’erano, oltre alle otto telecamere di sorveglianza, i tecnici di Angel Eye hanno montato altre due telecamere, una frontale e una laterale, sotto alla piattaforma dei tuffi. Le ha chieste Giorgio Cagnotto, per gli allenamenti della figlia. Filmeranno l’entrata in acqua durante gli allenamenti. Dopo il tuffo, Tania potrà guardare il replay su un monitor all’uscita dall’acqua. E potrà correggere le imperfezioni in tempo reale.

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