L’Aquila: il nuovo Palasport è bolzanino

Lo costruisce la Stahlbau Pichler, ma è una donazione del Giappone: i lavori sono appena iniziati e finiranno nel 2015


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Nasce come Palasport - e la speranza è che serva solo per giocare a basket, volley, calcetto - ma, nel caso in cui dovesse esserci un nuovo evento sismico, in quella costruzione circolare, tutta acciaio e cemento armato, potranno starci fino a 20 mila persone. Stiamo parlando del gioiellino che la Stahlbau Pichler, che ha la propria sede a Bolzano sud, sta realizzando a L’Aquila.

L’opera è una donazione del governo nipponico alla città distrutta il 6 aprile 2009 dal terremoto che ha cancellato 309 vite (1600 i feriti, 80 mila gli sfollati) e sbriciolato gli edifici: monumenti di grande valore storico-artistico e costruzioni recenti.

«Abbiamo aperto da poco il cantiere - spiega l’ingegner Gianfranco Piccolin, project manager -. Il Palasport, che avrà un diametro di 60 metri, sorgerà a fianco della sede del Cus L’Aquila, storica squadra di rugby. È un regalo del governo giapponese, diretta conseguenza del vertice del G8 che l’allora premier Berlusconi spostò dalla Maddalena a lì».

Davanti al disastro, i partecipanti al summit o adottarono un monumento da restaurare o decisero di costruire ex novo qualcosa.

«I giapponesi, attraverso il Japan International cooperation system, un organismo di emissione statale che in genere opera nelle zone in via di sviluppo, hanno deciso di regalare il grezzo del nuovo Palasport che però non poteva essere solo un normale palazzetto, doveva avere una sorta di marchio di fabbrica del Paese ad altissimo rischio sismico».

E questo non poteva che riguardare l’assoluta sicurezza della struttura in caso di terremoti.

«Come Stahlbau Pichler -dice Piccolin - facciamo parte di un’associazione temporanea di imprese: noi realizziamo tutta la parte in acciaio, la Gilardi di Torino quella in cemento armato. Il Palasport poggerà su degli isolatori sismici, ovvero dischi di gomma vulcanizzata che in caso di terremoti, assorbono i movimenti sia sussultori che ondulatori, preservando l’edificio da crolli o danneggiamenti. Per questo, in caso di emergenza, la struttura diventerebbe un “luogo sicuro”. È stata utilizzata la stessa tecnica antisismica per la Torre Diamante a Milano e il palazzo Fuksas a Pescara».

Il governo giapponese per la costruzione del grezzo ha messo a disposizione sei milioni di euro. La struttura, in base al contratto, dovrà essere consegnata a fine agosto del 2015.

La Stahlbau Pichler, ormai da anni, si aggiudica importanti commesse anche all’estero: sono stati realizzati dall’azienda bolzanina due stadi delle Olimpiadi disputate quest’anno a Sochi, in Russia. Portano la firma del titolare, l'architetto Walter Pichler, i progetti della Shayba Arena per l'hockey, che a febbraio ha ospitato fino a settemila spettatori, e dell'Ice Cube per il curling, pensato per tremila spettatori. Sono entrambe strutture particolari in quanto smontabili. Terminati i Giochi, sia lo stadio dell'hockey che quello del curling, possono essere smontati e installati altrove, evitando così, come spesso accade, che diventino cattedrali nel deserto.

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