mese del pride

L’arcobaleno su Eurac e Lub. In Comune no

Dopo il Techpark, anche sugli altri due istituti di Bolzano esposto il simbolo dell’orgoglio lgtbtq+. Nessun simbolo al Comune. Il sindaco: «Celebriamo già la giornata contro l’omofobia» 



BOLZANO. «Noi qui, tutti i giorni, ci occupiamo di minoranze. Studiamo le norme che le tutelano, facciamo ricerca sul loro stato di forma…». Quindi, direttore? «Ci sarebbe parso singolare non fare nulla per il mese delle minoranze di genere». Il minimo, per Stephan Ortner (direttore di Eurac Research), era esporre una bandiera arcobaleno davanti alla sua Eurac. E aggiunge: «Naturalmente parliamo anche di diversità, qui, in Accademia, e non solo di minoranze, visto che uno dei nostri slogan è la diversità come valore aggiunto».

Dopo una vita a parlare di società plurale, di tutele e di tesaurizzare le differenze come chiave per lo sviluppo, anche l’Eurac ha così affiancato il Noi Techpark nel segnare una data: il mese del Pride, che celebra l’orgoglio lesbico, gay, bisessuale e transgender. Da ieri anche l’Università ha il suo lungo striscione arcobaleno a guardare la piazza dei ciliegi. A sentirli, i vertici delle tre istituzioni, era inevitabile che i luoghi della ricerca bolzanina diventassero snodi di un messaggio di apertura proprio in questa circostanza.

Il Comune dice no

Si è aperto invece un confronto ieri in Comune, con molte telefonate intercorse tra i componenti della giunta, dopo che l’assessora Chiara Rabini (che ricorda come Bolzano aderisca già alla rete “ready” contro ogni discriminazione) aveva proposto un promemoria per decidere nella seduta di oggi sull’esposizione di un vessillo arcobaleno sul balcone del municipio. «Il Comune rispetta le indicazioni delle organizzazioni internazionali», ha replicato il sindaco Renzo Caramaschi, «e lo ha fatto anche a maggio, onorando la giornata contro l’omofobia e la transfobia. In questo caso invece si tratta di una iniziativa della comunità Lgbt, che ha indicato nel 28 giugno la data dell’orgoglio pride. Ma le istituzioni sono un’altra cosa. E aderendo alla giornata ufficiale contro l’omofobia, Bolzano ha già chiarito da che parte sta. Il resto lo lasciamo alle associazioni e agli istituti».

L’arcobaleno al Noi

E tra questi ultimi, gli istituti, il Techpark ha aperto la via. «Qui al Noi siamo una comunità di 1200 persone provenienti da 45 Paesi diversi», spiega Giovanni Salghetti, nella veste di portavoce di Ulrich Stofner, a capo del Techpark, «e tutti hanno condiviso la necessità che un luogo di connessione tra tante parti del mondo con le sue infinite culture, dovesse dare un segnale alla comunità Lgbt». Oltre alla bandiera, il Noi ha pure inserito sulle sue piattaforme social nel web un logo che si rifà ai principi del mese legato alla parità di genere. Ma dentro quale cornice ideale? «Oltre che ideale, la cornice è pienamente europea», spiegano al Noi, «visto che proprio la Ue ha chiesto di condividere ogni possibile strategia che rafforzi i principi della tolleranza, del rispetto di ogni scelta di vita e della tutela delle diversità».

L’università

Sulle stesse posizioni si muove la Lub. «L’ateneo promuove tutte le azioni in suo potere», chiariscono sia presidenza che rettorato Unibz, «per contrastare le discriminazioni di genere e sostenere la propria comunità, sia accademica che studentesca nella sua pluralità». La Lub ricorda di avere approvato il Gender Equality Plan, un piano previsto dalla Ue per garantire le medesime opportunità. A tutte le componenti della comunità universitaria. Si tratta, spiegano i vertici, «di una scelta strategica e necessaria, che consente a Unibz di incarnare l’aspirazione all’eguaglianza».

La replica di Kompatscher

Resta la polemica innescata dal consigliere provinciale di FdI Marco Galateo, che ha chiesto in una interrogazione a Palazzo Widmann di spiegare entro quale ambito amministrativo e giuridico il Noi, che è alle dirette dipendenze della Provincia, abbia assunto l’iniziativa di esporre il vessillo arcobaleno. «Siamo all’interno del mese dedicato ai diritti delle minoranze di genere», spiega il presidente Arno Kompatscher, «L’esposizione della bandiera al Noi, come in altri luoghi, rientra in questo appuntamento di calendario». Ma risponderà al consigliere di Fratelli d’Italia? «Naturalmente lo farò. Mi sembra ovvio. Come d’altronde mi sembra naturale dire ora: fossero questi i problemi... Immagino che i nostri concittadini siamo preoccupati in questo momento dell’inflazione, del costo dell’energia, per la sanità. Capisco tutto, ma una bandiera…». Poco prima, proprio i vertici del Techpark avevano risposto che questo segno arcobaleno, era in linea «con i valori europei e comunitari, cui il nostro parco tecnologico si ispira». Ecco la direttrice di fondo della condivisione. P.CA.                        













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