L’Areale, una sfida anche sociale

Domani e giovedì due incontri per discutere del recupero della zona ferroviaria



BOLZANO. «Bolzano non è Vienna, ovviamente. Ma in questo momento è bene guardare a quanto avviene nella capitale austriaca, ovvero: la costruzione del “Sonnwendviertel”, un nuovo quartiere residenziale multifunzionale che sta sorgendo nell’areale ferroviario, adiacente alla nuova stazione. Qualcosa di simile alla scommessa che il capoluogo altoatesino si prepara a giocare sull’area ferroviario». L’esperienza urbanistica e sociale di Vienna sarà al centro della conferenza di domani e del workshop di giovedì organizzati dagli architetti bolzanini Monica Carmen e Carlo Calderan (presidente della Fondazione architettura) assieme a “Lab bz” e alla “Rete per la partecipazione”. Il primo appuntamento domani nella sala di rappresentanza del Municipio alle 18.30 aperto a tutti; giovedì mattina workshop, nella sede della Fondazione architettura di via Cassa di risparmio 15, riservato in particolare a Comune, Provincia, cooperative, imprenditori. Sarà l’occasione per ascoltare dalla voce dei protagonisti l’esperienza in corso a Vienna. «Dopo un lungo iter per la definizione del masterplan firmato da Boris Podrecca - dicono i due promotori dell’iniziativa - a Bolzano si è arrivati alla fase più importante che riguarda la realizzazione di una nuova parte della città. E questo è il momento di coinvolgere istituzioni e cittadini per vedere che tipo di sviluppo si vuole: sia in termini urbanistici e architettonici che dal punto di vista sociale. In questo contesto sarà interessante vedere l’esperienza austriaca, per evitare di creare quartieri come Casanova che, per una serie di motivi, non hanno rispettato le attese. Vienna ha messo a punto nuovi strumenti urbanistici da affiancare a quelli tradizionali per guidare la trasformazione dell’areale ferroviario e seguirne lo sviluppo nel corso degli anni».

Quali strumenti si potrebbero adottare a Bolzano?

«Primo tra tutti il piano urbanistico cooperativo che si affianca a quello urbanistico tradizionale. Nel senso che nel punteggio per l’assegnazione dei terreni si tiene conto anche di quanto si vuole “offrire” a livello sociale al nuovo quartiere».













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