L’Asl: «Il dipendente è a disagio? Ce lo dica»

Piano anticorruzione: i collaboratori che intendono segnalare illeciti possono rivolgersi alla direzione



BOLZANO. I dipendenti e i collaboratori dell’Azienda sanitaria che intendono segnalare situazioni di illecito dei quali siano venuti a conoscenza (fatti di corruzione ed altri reati contro la pubblica amministrazione, fatti di supposto danno erariale o altri illeciti amministrativi), possono farlo direttamente al direttore amministrativo dell’Asl, Marco Cappello.

«Sì è vero - spiega il direttore - abbiamo appena formalizzato la circolare con la quale abbiamo avvertito tutti e quattro i Comprensori di questa modalità di segnalazione, prevista ed imposta dal Piano nazionale anticorruzione, che abbiamo introdotto tra le prime amministrazioni in Italia».

Ma nel concreto, di cosa si tratta? «In pratica, la legge ed il Piano nazionale anticorruzione, che in Azienda abbiamo recepito attraverso apposito piano triennale (2014-2016) della prevenzione della corruzione, impongono a tutte le pubbliche amministrazioni, proprio al fine di scongiurare qualsiasi possibile fenomeno corruttivo, inteso in senso ampio, e cioè non solo come corruzione vera e propria, ma come qualsiasi forma di condotta irregolare, di favorire le segnalazioni al proprio interno, ed al contempo di tutelare adeguatamente qualsiasi dipendente che si attivasse per segnalare eventuali illeciti. Questa tutela - continua - viene fornita mediante la garanzia della tutela dell´anonimato, il divieto di discriminazione e la sottrazione delle denuncia al diritto di accesso, salvo il caso di necessità: in pratica, da oggi in poi ogni collaboratore aziendale che ipotizzasse qualsiasi tipo di comportamento irregolare all´interno dell´Azienda sanitaria potrà venire a segnalarmelo di persona, oppure scrivermi in merito, con la garanzia che il suo nominativo non sarà reso noto e che lui non subirà alcun tipo di discriminazione o di ritorsione, e sarò poi io – con i dovuti modi – a sincerarmi, in qualità di “addetto alla legalità”, se quanto segnalatomi corrisponde effettivamente al vero, adottando poi i provvedimenti necessari…».

Il direttore amministrativo ricorda che «nel procedimento disciplinare, l’identità del segnalante non può essere rivelata senza il suo consenso, a meno che la sua conoscenza non sia assolutamente indispensabile per la difesa dell’incolpato».

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