L’Asl ora cerca 23 primari «under 45»

Il piano di Schael per sostituire quelli in uscita: medici giovani e al top della carriera. Deroga - se serve - anche alla proporz


di Massimiliano Bona


BOLZANO. «Non siamo nella Pampa e non dobbiamo preoccuparci se 23 primari lasceranno a breve l’Azienda sanitaria»: il direttore generale Thomas Schael ieri ha fatto il pompiere e ha cercato di smorzare le polemiche legate al «grande esodo» di figure di un certo spessore per la sanità altoatesina. Da Bruno Bonetti (neurologia) a Giulio Donazzan (pneumologia), da Claudio Graiff (oncologia) a Bruno Giacon (nefrologia), da Christian Wiedermann (medicina interna) a Franco Auricchio (anestesia). Ma l’elenco è ancora lungo. Molti andranno in pensione, altri - come Markus Herrmann, lo stesso Bonetti, Ralf Gaiger e Lukas Lusuardi - hanno scelto di proseguire la carriera altrove: da Verona a Graz, da Salisburgo ad Innsbruck. «Anche questo - ha ribattuto Schael - è un riconoscimento della qualità della nostra attività clinica. Oltre che la dimostrazione che si può fare carriera non solo all’interno della nostra azienda». Nel mirino anche la strategia di Schael che nell’ottobre 2015 avrebbe inviato una comunicazione ai primari invitandoli a passare la mano una volta raggiunta l’età pensionabile. «Quella lettera non l’ho mai mandata - ribatte il direttore generale - ma sono sempre stato dell’idea di non tenere i primari in servizio oltre i limiti previsti dalla legge. Qui, tra l’altro, i primari fanno servizio attivo. Si lavora in condizione di sicurezza, ma non è facile. Dobbiamo valorizzare inoltre i medici quando sono al top delle loro potenzialità e solitamente ciò avviene fino ai 45 anni».

Hubert Messner, presidente dei primari Anpo e primario di Neonatologia al San Maurizio, ha invitato l’Azienda a cercare per tempo i successori, in modo da non farsi trovare spiazzata. L’Asl - con lo stesso Schael e il direttore sanitario Thomas Lanthaler - ha assicurato di avere «una lunga lista di pretendenti ai primariati, sia interni che da fuori. Un ricambio generazionale di questo tipo c’era stato anche vent’anni fa. Bolzano era e resta un piazza appetibile». Per Schael si tratta di normale turnover, che ogni anno coinvolge circa 400 dipendenti. «Abbiamo assunto 100 medici e 120 fra infermieri e tecnici. Anche oggi (ieri per chi legge ndr) abbiamo approvato delibere per assicurarci ulteriore personale in pediatria, ginecologia e anestesia. Sappiamo bene cosa serve per assistere la popolazione al meglio». Ogni primario sarà sostituito «da un collega all’altezza. L’iter sarà più rapido per gli avvicendamenti interni ma ci siamo attivati con una campagna di reclutamento anche all’estero». All’occorrenza c’è anche la disponibilità ad assumere con una proporzionale elastica. «Entro l’anno - ha commentato Lanthaler - non riusciremo a coprire di sicuro tutti i posti. Anche perché alcuni primari andranno via a novembre o dicembre. Siamo comunque in presenza di un turnover programmato». A Schael è stato chiesto, anche, se uno dei problemi non possa essere la sua gestione della sanità altoatesina. Lui ha sorriso, alzato le spalle e ribattuto: «Non credo proprio. Stiamo lavorando a pieno regime, anche sul marketing. Ci aspettiamo risultati importanti anche dall’ultimo bando per pediatri, anestesisti e ginecologi». Nel faccia a faccia con i giornalisti di ieri l’Azienda sanitaria ha ammesso di non avere già in tasca i nomi per tutti i primariati, «ma per gran parte di essi». Di sicuro si sta spingendo con forza per favorire un ricambio generazionale in tempi brevi.

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