L'assessore Berger: "Toponomastica In Alto Adige soluzione politica"

"No capisco _ dice Berger _ questo continuo accanirsi da parte dei media su questa questione dei cartelli. Non serve a nulla continuare a parlarne. Si creano solo danni. Si fa solo il male degli alpinisti e dell’alpinismO"



BOLZANO. «La giustizia faccia il suo corso, ma sulla questione dei cartelli in montagna è ora di smetterla con le polemiche. Si fa solo il male degli alpinisti». A parlare è l’assessore Berger, cui fa eco il vicepresidente della giunta Tommasini. «Le inchieste riguardano il pregresso, noi lavoriamo per il futuro».
Reagiscono così, i due rappresentanti provinciali, alla notizia dell’avvio di una seconda indagine sui cartelli monolingui. Dopo la prima, penale, avviata dalla Procura della repubblica, ora si è affiancata la Corte dei conti, che nello scorso fine settimana ha ordinato alla Guardia di finanza di acquisire tutta la documentazione riguardo all’installazione sui sentieri altoatesini di decine di migliaia di cartelli monolingui. Insomma, oltre all’indagine, attualmente contro ignoti, per i reati di abuso d’ufficio, malversazione e truffa aggravata ai danni dell’amministrazione, ora è scesa in campo fattivamente anche la magistratura contabile.
«Non voglio entrare nel merito della questione», spiega l’assessore provinciale al turismo Hans Berger, che per conto della giunta sta tentando di risolvere il problema della cartellonistica sui sentieri di montagna. «Ho appreso degli accertamenti sotto il profilo contabile solo dalla stampa, e non so davvero a che punto siano. Lasciamoli lavorare in santa pace». Ciò che Berger non concepisce, «è questo continuo accanirsi da parte dei media su questa questione dei cartelli. Non serve a nulla continuare a parlarne. Si creano solo danni. Si fa solo il male degli alpinisti e dell’alpinismo». All’assessore, che assieme all’Avs ha elaborato una proposta di risoluzione per così dire pacifica della controversia, interessa solo «fare il bene degli alpinisti, ossia di chi frequenta i sentieri e le montagne. È l’unica cosa per cui vale la pena lavorare. Per quanto mi riguarda questa seconda indagine non avrà conseguenze sul nostro lavoro. Continuiamo per la nostra strada: ci incontreremo ancora con Alpenverein e Cai, e troveremo una soluzione. Il resto non ci interessa».
Più accomodante, ma in sostanza del medesimo avviso, si dice anche il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini. «Non è davvero il caso di entrare nel merito: la magistratura, compresa quella contabile, può, anzi, deve accertare i fatti pregressi. E nessuno può permettersi di interferire, in qualsiasi modo. Rispettiamo dunque il lavoro della magistratura, finché non sarà concluso».
L’importante, spiega nel dettaglio il vicepresidente della giunta, «è guardare avanti. Che ci siano stati degli errori in passato, è un dato assodato, che nessuno ormai mette in dubbio. Ma ora dobbiamo risolvere per il futuro. Per questo abbiamo deciso di prenderci un ulteriore momento di riflessione, per portare avanti il lavoro tecnico, la proposta del Cai da confrontare con quella dell’Alpenverein Südtirol».
Detto altrimenti, per qualche settimana non ci saranno novità. Gli incontri fra le parti sono in programma, ma le date ancora non sono state definite. «Attendiamo la fine degli accertamenti dei tecnici della sentieristica Cai, poi vedremo il da farsi».
Nella giornata di ieri, invece, il presidente dell’Alpenverein Südtirol, Georg Simeoni, ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione al nostro giornale riguardo all’acquisizione da parte della Finanza degli incartamenti sui cartelli monolingui. (da.pa)

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