L'economia sfugge alla Svp

di Gunther Pallaver


Gunther Pallaver


Negli ultimi anni l’identità della Volkspartei come partito di raccolta è mutata notevolmente. Mentre in passato la SVP era stata molto attenta agli equilibri interni, specialmente tra chi rappresentava gli interessi del capitale e gli interessi del lavoro, oggi il partito soffre di un’asimmetria sempre più vistosa.
Soprattutto riguardo le associazioni di interessi economici e quelli di interessi sociali. Lo si può dedurre in modo evidente dal fatto che al momento le associazioni di interessi economici dominano l’agenda politica dell’Alto Adige. Non passa giorno che non rivendichino l’ampliamento dell’aeroporto, la diminuzione del numero degli impiegati pubblici o la riduzione delle tasse. Le categorie economiche agiscono, la Svp reagisce. Reagisce il vertice del partito, e più ancora, reagisce il presidente della Giunta, ma non reagisce, o quasi, l’ala sociale dell’Svp. Le associazioni di interessi economici sono caratterizzate dal loro orientamento monoetnico tedesco, mentre il gruppo di lingua italiana gioca un ruolo molto marginale. Formalmente queste associazioni, di cui quasi tutte organizzate in base al diritto privato, hanno possibilità limitate di influenzare la politica economica. I loro diritti di partecipare al processo decisionale politico sono ridotti e si limitano prevalentemente alla partecipazione in varie commissioni consultive. Nella realtà sociale però il loro peso politico e cogestionale nonchè come gruppo di pressione è molto alto e si esprime nell’intreccio personale tra le associazioni e la Volkspartei, un intreccio che da sempre ha legato un ampio bacino di voti. Per fare qualche esempio: Werner Frick, direttore dell’Unione commercianti, è stato per lunghissimi anni assessore provinciale all’economia in quota Svp. Lo stesso vale per Hanspeter Munter, direttore dell’Associazione artigiani ed in passato consigliere provinciale Svp, o per Michl Ebner, presidente della Camera di commercio nonché in passato deputato al parlamento di Roma ed a Bruxelles. In passato la Svp era sempre riuscita ad integrare le associazioni delle varie categorie economiche e sociali nelle proprie strutture di partito. Ma, al contrario di oggi, in passato queste associazioni non suonavano il primo violino. Il primato era politico, non economico, dominava il partito, non dominavano le associazioni. In passato le associazioni concorrevano tra loro, ma all’interno del partito. Oggi esiste pur sempre una competizione, ma al di fuori del partito.
Una delle prime, ma forse più vistose conseguenze di questo agire delle associazioni economiche al di fuori del partito è stata la perdita del monopolio di rappresentanza da parte della Volkspartei in occasione delle elezioni comunali del maggio scorso. Per la prima volta nella storia della politica altoatesina le associazioni economiche (tedesche), che una volta erano legate esclusivamente alla Volkspartei, hanno sostenuto non solo i candidati del partito di raccolta, ma anche i loro soci che si erano candidati nelle liste degli altri partiti tedeschi e di opposizione.
Due anni prima, in occasione delle elezioni provinciali, le stesse associazioni avevano, probabilmente per l’ultima volta nella loro storia, sostenuto esclusivamente i candidati della Volkspartei. Possiamo essere quasi sicuri che ciò che è cominciato a livello comunale, nel 2013 si ripeterà anche a livello provinciale. Sarà una piccola rivoluzione con grandi conseguenze.

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