L’eredità di D’Agosto anche a Caritas e Lapic 

Il direttore Valente: «Useremo la donazione per ristrutturare Casa Santa Maria» Stefani, associazione invalidi: «Stiamo decidendo come ricordare il nostro socio»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Il consiglio d’amministrazione della Caritas proprio l’altro giorno ha deciso che l’eredità del signor Armando D’Agosto verrà utilizzata per ristrutturare Casa Santa Maria a Merano. I lavori dureranno un paio d’anni e dal complesso verranno ricavati una decina di alloggi da mettere a disposizione di persone che, dopo un periodo passato per strada, cominciano un cammino di reinserimento». Paolo Valente, direttore della Caritas, non conosceva il sarto bolzanino scomparso il 5 dicembre del 2016 all’età di 79 anni che, nel testamento olografo depositato nella cassaforte di un avvocato un paio di anni prima, ha destinato 534 mila euro, divisi in parti uguali, all’Azienda servizi sociali, alla Caritas appunto e alla Lapic, la Libera associazione provinciale invalidi civili.

Lo conosceva invece, anche se molto poco, Luigi Stefani, presidente della Lapic. Per entrambi però quell’eredità inaspettata è stata una sorpresa da valorizzare ora nel modo migliore, per ricordare la generosità di un uomo molto riservato che non si era mai sposato; non aveva figli, aveva solo un fratello che abitava in Lombardia.

Armando D’Agosto viveva in via Rodi: passava le giornate nell’alloggio assegnatogli tanti anni prima dall’Ipes.

Era un bravo sarto, lavorava in casa: lunghe ore passate a tagliare, cucire, rammendare, accorciare pantaloni, stringere vestiti. E intanto ascoltava musica, classica soprattutto, ma non solo. Nel suo appartamento sono stati trovati tantissimi dischi tutti piuttosto consumati, segno che erano stati ascoltati più e più volte. Perché la musica gli faceva compagnia nelle lunghe giornate, diventate sempre più vuote, con il passare degli anni.

«Era iscritto alla nostra associazione - spiega Stefani - dal 1966, ma partecipava poco all’attività della Lapic, per questo sono rimasto sorpreso il giorno in cui l’avvocato mi ha chiamato, per comunicarmi che D’Agosto si era ricordato di noi nel testamento».

Il presidente della Lapic ha ricordato così, nel numero di marzo del giornalino dell’associazione, il benefattore: «Della vita delle persone generalmente si ricordano due date importanti: quella della nascita e quella nella quale sono “andati avanti”. Fra queste due date però c’è tutta la loro storia, i momenti di gioia, quelli inevitabili del dolore, i loro successi ma anche i loro fallimenti. Pensiamo che sia stato così anche per Armando D’Agosto, nostro socio dal 1966. Ma della sua vita e della sua personalità non sappiamo niente. Lo pensiamo come una persona riflessiva, un po’ solitaria, visto anche la sua professione di libero artigiano come sarto, nel contempo amante della musica, vista la grande quantità di dischi ritrovati nella sua abitazione. Ma la più grande ed importante caratteristica della sua personalità è stata senza dubbio la generosità. Nel testamento ha nominato eredi di tutto il suo patrimonio, (titoli, azioni, ecc.) tre enti di Bolzano che si interessano di attività sociali, fra questi, per un terzo, ha nominato la nostra associazione. Possiamo solo ringraziare assicurando che provvederemo ad impiegare il lascito in modo che il suo ricordo resti nella memoria anche dei soci futuri».

Stefani ha convocato una riunione del direttivo per il 10 maggio: in quell’occasione la Lapic deciderà come investire l’eredità.

«Abbiamo tre-quattro idee - dice il presidente del sodalizio che ha la sede in via Duca d’Aosta - valuteremo assieme qual è il modo migliore per ricordare Armando. Vogliamo che qualcosa di quest’uomo, che amava la musica e conduceva una vita molto riservata, rimanga ed è giusto che anche la città sappia del suo gesto di grande generosità».

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