L’esercito dei 500 Vincono i volontari

Alpini, studenti e singoli cittadini impegnati nei supermercati della città Buona la risposta degli altoatesini: eguagliata la raccolta dell’anno scorso


di Alan Conti


BOLZANO. Cinquecento. E’ il numero, tondo, dei volontari che in Alto Adige, ieri, si sono messi a disposizione del Banco Alimentare per la Giornata Nazionale della Colletta. Sono loro i protagonisti di una manifestazione che consente ogni anno di aiutare migliaia di strutture assistenziali destinando qualche prodotto della propria spesa a chi soffre la fame. Parrà scontato, ma con la crisi economica che continua a pungere queste iniziative diventano centrali per dare una mano a chi ne ha bisogno, ma anche per tastare il polso del senso di solidarietà della società. Va detto subito che le prime impressioni sono buone: la raccolta dovrebbe essere in linea con quella dello scorso anno. A decretarne la certezza saranno poi i calcoli definitivi sulle tonnellate stoccate, divise e recapitate a destinazione.

All’inizio e alla fine del percorso interno ai supermercati, dunque, ieri è stato possibile incontrare qualcuno di questo piccolo esercito della disponibilità. In testa a tutti, ci mancherebbe, gli alpini dell’Ana con i vari gruppi della sezione Alto Adige spalmati sui diversi punti vendita del territorio. Le penne nere sono pioniere della manifestazione: ci sono da sempre assieme al Banco stesso, l’Esercito e la San Vincenzo. «Noi ci siamo a prescindere - il commento di Franco Roseano del gruopo Iveco/Lancia in servizio all’Eurospar di via Roma con Marco Stefanini come responsabile - perchè ci teniamo a dare il nostro contributo. Organizziamo i turni, dividiamo gli alimenti per tipologia e carichiamo i pallets diretti allo stoccaggio del piazzale della Fercam». Naturalmente si fermano anche a scambiare due parole con i clienti donatori. «Certo e sa cosa mi ha particolarmente colpito di questa edizione? La scelta di molti bolzanini di comprare gli omogeneizzati per la colletta. Significa che pensano ai bambini, al futuro. E’ un bel segnale, tenero».

All’Interspar di via Buozzi la plancia di comando è nelle salde mani del gruppo Gries capeggiato da Giulietto Oliviero mentre il responsabile d’equipe della squadra per la colletta è Giancarlo Vanzetto. «E’ un piacere rendersi utili in questo modo. All’inizio l’afflusso non è stato oceanico, ma andando avanti con la giornata siamo tornati sui buoni livelli di sempre. Siamo contenti e ci saremo anche il prossimo anno». A fine giornata saranno in 19 ad essersi alternati: una truppa consistente.

La sezione di Oltrisarco, invece, ha scelto di mettersi al servizio del supermercato di casa ovvero il Poli di via Claudia Augusta: foto di gruppo d’ordinanza e poi via di buona lena a impacchettare, dividere e spedire.

Detto degli alpini, una bella sorpresa della giornata sono di sicuro i giovani. Sempre all’Interspar in Zona i clienti sono accolti dal sorriso dolce di Elisa Gentile: più convincente di così è difficile trovare. Con lei l’allegria di Karin Bianchini. «Siamo contente di partecipare a questa iniziativa. Va sostenuta con quello che si può: ciascuno fa la sua parte». Spostandosi di qualche metro si arriva al Poli di via Resia nel quartiere di Firmian. Qui all’ingresso si trova l’accoglienza di Federico Pulina e Alessio Spitaleri. «L’aspetto più bello di questa esperienza? Scoprire che anche le persone in difficoltà cercano di dare il loro contributo. Diversi disoccupati hanno ammesso di non poter contribuire massicciamente, ma un pacchetto di pasta non hanno mancato di metterlo da parte. Sono questi i segnali positivi che bisogna portare a casa da questa giornata importante per le strutture assistite, ma anche per noi volontari e peri i cittadini a cui ci rivolgiamo». Gli studenti del liceo classico “Carducci”, dal canto loro, hanno messo da parte degli alimenti che hanno consegnato direttamente al furgone del Banco Alimentare. I colleghi di Vipiteno, invece, hanno voluto direttamente partecipare nel supermercato come volontari accompagnati dagli insegnanti: un’esperienza che vale un centinaio di lezioni frontali.

Nella zona dello stoccaggio del piazzale “Fercam” tra via Buozzi e via Einstein ecco un’altra squadra di braccia forti che passa le ore ad accumulare le scatole sui pallets da carico. Provateci voi con i pacchi di legumi: mica semplice. «Vero - ridono - ma è necessario anche questo e lo facciamo volentieri. Qui stocchiamo i prodotti in arrivo da tutti i supermercati della città per poi poterli caricare sui camion che prendono la direzione di Trento. Da lì parte una suddivisione ponderata su scala regionale. Priorità, naturalmente, agli alimenti deperibili».

Chi si coccola con gli occhi questo le truppe di volontari è Luca Merlino, delegato del Banco Alimentare per la colletta in Alto Adige. «Sono loro che meritano la vetrina perchè sono loro che permettono questa iniziativa». Proviamo, però, a fare un primo bilancio di quello che è andato in scena ieri. «Direi che siamo soddisfatti perchè, a un primo calcolo spannometrico, siamo in linea con quanto raccolto nel 2013. Non è poco considerando il momento non semplice che la gente sta attraversando». I sorrisi, comunque, erano già arrivati in fase preparatoria. «Abbiamo coinvolto 59 punti vendita sul territorio provinciale, ben 8 in più rispetto all’anno scorso. Cresciamo e questo è innegabile». L’anno passato le tonnellate raccolte in regione furono 243,5 con un contributo di 51 da parte degli altoatesini. Nel 2012, invece, il peso totale del raccolto si attestò a 203 tonnellate per un valore economico complessivo di 903.000 euro capace di aiutare 32 strutture che assistono 5.359 persone.

«Oltre ai numeri e all’effettivo aiuto concreto in un momento non semplice - conclude Merlino - quello che davvero mi colpisce di questa manifestazione è lo spirito che anima le persone che ci partecipano. Sia attivamente sia con i contributi di prodotti alimentari. E’ un piccolo gesto, ma è sostanzialmente una vera educazione alla carità. La risposta all’individualismo non arriva dalla constatazione fine a se stessa di un egoismo più diffuso. La concretezza di un gesto ha una potenza superiore e noi cerchiamo di molitplicarla. E’ vero che ci adoperiamo per gli altri, ma in realtà lo facciamo per noi».

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