L’INTERVISTA

L’esperta: a bere di più sono le ragazze under 14

BOLZANO. Sempre più giovani e sempre più ragazze. Tra i 120 minori fimiti in coma etilico in un anno emersi da un’interrogazione provinciale si delineano due trend che da anni preoccupano gli esperti...



BOLZANO. Sempre più giovani e sempre più ragazze. Tra i 120 minori fimiti in coma etilico in un anno emersi da un’interrogazione provinciale si delineano due trend che da anni preoccupano gli esperti di dipendenze. Marina Bruccoleri, responsabile del servizio Exit dell’associazione La Strada-Der Weg, incontra con il suo staff 170 consumatori di sostanze psicoattive all'anno e il fenomeno, quindi, lo affronta in prima persona. «L'abuso di sostanze alcoliche è sempre più anticipato. Oggi arriviamo ad affrontare situazioni critiche anche a 12 anni. Come la sessualità siamo di fronte ad una progressiva anticipazione dell’esperienza».

Cerchiamo di inquadrare l'abuso di alcol visto che il binge drinking non è equivalente ad una “sbronza” estemporanea o all'alcolismo.

«Esatto, i danni per la salute legati all'eccesso sono i medesimi, ma i meccanismi psico-sociali sono differenti. I ragazzi cercano sempre più l'eccesso e, non a caso, la frase classica è “mi spacco”. Il binge drinking è esattamente questo: arrivare a non stare nemmeno più in piedi. Qualcosa di differente da chi beve per sfuggire a una situazione difficile».

Si sta anche parecchio male. Perchè, dunque, spingersi a tanto?

«Perchè così si risponde a un bisogno di accettazione del gruppo, quasi un rituale di coraggio o una prova di leadership. L'alcol è legale, è socialmente accettato e in una fase iniziale agevola le relazioni sociali. Di per sé è la sostanza perfetta per questa esagerazione che diventa vanto. Persino i postumi, in un quadro simile, diventano parte del fascino della trasgressione. Avere gli occhiali da sole alle 7 di mattina ed essere a terra è quasi la cicatrice di un grande atto di coraggio. “Fa figo” dicono».

Al di là delle dinamiche di gruppo, però, ci saranno pure la famiglie a giocare un ruolo.

«Sono un nucleo fondamentale. Per questo stiamo portando avanti con successo i gruppi di lavoro con i familiari nelle varie aree provinciali: Bolzano, Bressanone, Brunico e Merano. Il tutto in madrelingua. Praticamente assieme al ragazzo seguiamo anche i genitori. È un lavoro molto complesso, ma sta dando i suoi frutti. I genitori, infatti, sono molto interessati e ne traggono beneficio perchè colgono questo consumo come occasione per rinforzare le proprie competenze di madri e di padri».

Passiamo all’altra tendenza che sta emergendo in modo netto: l’aumento delle ragazze, in larga parte adolescenti, che si abbrutiscono a suon di alcolici.

«È un fenomeno in lieve, graduale, ma costante aumento. Se ci pensiamo risponde anche questo a una logica sociale. Le donne e le giovani sono sempre più competitive fra loro e con il genere maschile quindi entrano agevolmente in questo contesto da prova di forza. Siamo anche qui nell’ambito dell’accettazione del gruppo. Rispetto alle dipendenze da sostanze stupefacenti, solitamente appannaggio dei maschi in una logica che li vuole più forti per affrontrare conseguenze pesanti come il carcere, qui siamo nell’ambito del legale».

In conclusione, però, cosa si può fare di concreto?

«Lo sport, la qualità delle relazioni, una buona conoscenza della propria emotività, le passioni, gli interessi e la socializzazioni sono le protezioni più forti». (a.c.)

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