L'ex bancario di 74 anni si trasforma in "mastro biscottaio"

Nella sua cucina Rudi Tosi ne produce 30 tipi differenti. “Impasto solo a mano». Sotto le feste, per venti giorni, sforna leccornie che poi regala


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Le trentadue scatole di latta sono allineate all’interno della credenza del soggiorno. Dentro c’è un piccolo tesoro dolce, una delizia per gli occhi e per il palato. Nel corso degli anni Rodolfo (Rudi per tutti) Tosi, 74 anni bolzanino, ha affinato la tecnica e si è specializzato nei biscottini natalizi tipici della tradizione tedesca. Le foto delle sue creazioni sono arrivate sulla nostra pagina facebook assieme a decine di altri scatti per quella che è diventata una sorta di gara tra coloro - e sono soprattutto donne, Tosi da questo punto di vista rappresenta un’eccezione - che nel periodo dell’Avvento si cimentano in cucina con farina, lievito, burro, cioccolata, marmellata e zucchero a velo.

Com’è nata la passione?

«Tanti anni fa da mia madre Helene Somer, bolzanina di madrelingua tedesca».

Ha imparato vedendola all’opera.

«Prima guardavo e basta. Poi ho cominciato a farle da assistente. Il periodo che precedeva il Natale era tradizione mettersi in cucina e preparare i biscottini per mio padre. Lei però faceva soltanto 6-7 tipi».

Lei invece?

«Oltre trenta».

Si è specializzato.

«Sono un perfezionista. In questi anni ho comprato libri e riviste».

Qual è il segreto?

«Gli ingredienti. Fanno la differenza tra un biscotto e l’altro».

Che si trovano senza problemi oppure è difficile?

«A Bolzano è difficile, in particolare trovare determinate spezie. Io però sono riuscito ad individuare delle buone alternative».

Quanto tempo impiega per realizzare questa montagna di biscotti?

«Quando lavoravo, impiegavo una ventina di giorni. Ho lavorato in banca e poi come libero professionista, arrivavo a casa verso le sette di sera e mi mettevo in cucina. Cominciavo verso le nove, finivo alle 2-3 di mattina e andavo avanti 15-20 giorni, adesso dedico interi pomeriggi e me la cavo in metà tempo».

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I biscotti che le danno più soddisfazione?

«I Lebkuchen: sono i più semplici, ma i miei si sciolgono in bocca. Ne faccio di tre tipi: con le mandorle, le noci e le nocciole».

Oltre che farli, li mangia?

«Sì, ma non sono particolarmente goloso. La soddisfazione più grande è regalarli. Gli amici li aspettano».

L’impasto lo fa a mano o con le macchine?

«Tutto rigorosamente a mano. Io ho le apparecchiature ma non le uso, perché il risultato è diverso. Solo il calore della mano fa la differenza».

Che i biscottini siano eccezionali nessuno lo mette in dubbio, ma con le calorie come la mettiamo?

«Nessun problema: ho imparato a ridurre il burro lasciando invariato il sapore».

In casa ha trasmesso la passione a qualcuno.

«Non a mia moglie che ama la cucina, non i dolci però. Ho insegnato a una delle mie due figlie senza svelarle tutti i segreti. Quelli li sto scrivendo in un libricino che lascerò in eredità».













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