L’hockey in carrozzina per tornare a vivere
Klaivert e Daniel, 7 e 13 anni, non si sono arresi ad una malattia dura da accettare Ora giocano con i Tigers: lo sport è un ottimo antidoto, anche contro la solitudine
BOLZANO. Klaivert Taka, 7 anni albanese, e Daniel Bouaru, 13 anni moldavo: sono le new entry dei “Tigers”, la squadra di wheelchair hockey (su carrozzina elettrica) che partecipa al campionato nazionale di questa disciplina. Il primo frequenta le elementari a Gries, il secondo le medie a Laives.
Un brutto “scherzo” della genetica ha tolto piano piano la forza nelle braccia e nelle gambe a Klaivert e Daniel come agli altri otto atleti della squadra - Debora Mazzier, Anita Tosini, 22 anni ciascuna, Raphael Donati 19, Fabiano Marchese 29, Clemens Innerhofer 18, Giovanna Di Marzo 45, Matthias Misterka e il fratello Andreas, rispettivamente 19 e 23 anni - ma non la voglia di fare, di divertirsi, di sentirsi uguali agli altri. In una parola la grinta.
Per questo il loro simbolo è la tigre stampata sulle magliette arancione. Un felino e un colore sinonimi di energia e vitalità.
La squadra, nata nel 2009, in sei anni è diventata una sorta di grande famiglia fatta di atleti, volontari che li accompagnano e genitori-tifosi.
Si allenano il mercoledì e il venerdì sera sul parquet della scuola Archimede: sudore, concentrazione, agonismo sono un ottimo antidoto contro la malattia. «È bello - dice Fabiano Marchese che lavora come postino all’ospedale San Maurizio - stare insieme, fare gruppo, trovarsi anche fuori dagli allenamenti, perché ogni occasione è buona. Ed è ancora più bello vedere i piccoli divertirsi».
Debby Mazzier, un bel sorriso incorniciato dai capelli lunghi, è entrata in squadra quattro anni fa, all’inizio era un po’ scettica poi ci ha provato gusto: «Purtroppo la malattia oltre a condizionarti in tutti i modi, finisce per tagliarti fuori dal mondo. Far parte di una squadra come la nostra ti consente di evitare simili rischi. Il campionato poi ci porta in giro per l’Italia, anche questa è un’occasione per conoscere altre persone».
Il capitano è Clemens Innerhofer, 18 anni meranese, che frequenta il liceo linguistico e ha in programma di iscriversi alla facoltà di Economia.
Ad accompagnarli agli allenamenti come alle partite i genitori o i fratelli e le sorelle. Katy Mazzier, oggi presidente della società, ha scoperto i Tigers, fermandosi a guardare qualche allenamento. Più o meno quello che è successo a Miriam Giacometti che non ha parenti nella squadra, ma lavorando alla Uildm (Unione italiana lotta alla distrofia muscolare) a primavera si è fermata per caso a vedere una partita e da quella volta ha deciso che avrebbe dato una mano come volontaria. Anche Giuliano Bertoli, che studia per diventare operatore socio-sanitario, è diventato allenatore “per caso”: «Avevo accompagnato Fabiano ad Eindhoven per una partita, non c’era l’allenatore e mi sono offerto io».
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