L’inchiesta sulla Carispa nelle mani dei carabinieri

Nel mirino ci sono sempre le strategie del vecchio consiglio di amministrazione Al lavoro gli specialisti dei Ros con tre esperti della Banca d’Italia


di Mario Bertoldi


BOLZANO. L’inchiesta della Procura della Repubblica su alcune scelte operate dal vecchio consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio è destinata a riservare notevoli sorprese nelle prossime settimane. E’ probabile che il procuratore Guido Rispoli non riesca a concludere l’indagine. Qualche giorno fa l’alto magistrato ha però disposto una serie di nuovi accertamenti con acquisizione di altri documenti affidandosi ancora una volta alla professionalità dei carabinieri dei Ros. Per il momento non è emersa alcuna ipotesi concreta di reato penale ma è un dato di fatto che l’inchiesta stia crescendo di giorno in giorno. Lo dimostra anche la decisione della Banca d’Italia di mettere a disposizione della Procura tre esperti (un consulente e due ausiliari).

L’indagine sta preoccupando qualcuno se è vero come è vero che a livello politico, tramite una interrogazione parlamentare dei Cinque Stelle, si è cercato di insinuare il dubbio di una presunta incompatibilità (in realtà inesistente) del procuratore stesso a condurre l’inchiesta in quanto membro dell’assemblea dei soci della Fondazione Cassa di Risparmio (che è una entità ben distinta dalla banca, la cui gestione è indipendente dalla Fondazione). E ’ troppo presto per capire se l’indagine possa portare a contestazioni di carattere penale ma una sembra sin d’ora chiaro che un’inchiesta di questo tipo potrà portare a considerazioni finali pesanti indipendentemente dall’individuazione o meno di un reato penale. Anche per questo la Banca d’Italia ha deciso di mettere a disposizione della Procura alcuni esperti anche perchè l’asticella della “moralità” di un amministratore non può essere posta all’altezza del reato penale. In effetti l’inchiesta sul vecchio consiglio di amministrazione della Cassa di Risparmio sta prendendo in considerazione i nuovi criteri utilizzati per decidere la concessione di finanziamenti rivelatisi senza adeguate garanzie. Un modus operandi (dei vecchi dirigenti della banca, in seguito rimossi) che ha creato un danno di alcune centinaia di milioni di euro.

Senza fare del sensazionalismo, in Procura c’è l’impressione che la materia meriti approfondimenti e particolare attenzione. La documentazione da esaminare riguarda il periodo tra l'8 ottobre 2007 e il 6 marzo 2015. La scelta di coinvolgere i reparti operativi speciali dei carabinieri ed alcuni super esperti della Banca d’Italia ha lo scopo soprattutto di assicurare massimo rigore e massima garanzia vista la delicatezza e la complessità della materia. Ben difficilmente l’indagine potrà essere conclusa entro metà aprile quando il procuratore Guido Rispoli lascerà l’Alto Adige per prendere possesso del nuovo prestigioso incarico di procuratore generale del Molise. Sarà probabilmente il procuratore aggiunto Markus Mayr a doversi occupare del caso. Gli accertamenti, disposti su filoni precisi dalla Procura, nascono dai risultati dalle ispezioni condotte sia dalla Consob che da Bankitalia su un pesante deficit di gestione che mise in difficoltà la banca. Nel mirino ci sono i finanziamenti concessi ad imprenditori (soprattutto della zona del Veneto e del Nordest) a fronte di garanzie che si sarebbe rivelate poi, complice anche la crisi, insufficienti.

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