L’opera nel bidone torna, ma dimezzata

Museo al lavoro per ripristinare l’installazione gettata nell’immondizia Andate “perse” alcune bottiglie. Ragaglia: «Aspettiamo i rifornimenti»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «L’installazione è quasi pronta. Finiremo oggi alle 10».

Letizia Ragaglia, direttrice di Museion - al centro della scena nazionale per l’opera d’arte “ripulita” - spiega che serve altro tempo.

Perchè altro?

«Perchè alcune delle trecento bottiglie raccolte purtroppo non sono rimaste nei sacchi dell’immondizia ma sono state buttate via... oggi saremo riforniti dalla Champagnerie di Thaler e potremo portare a termine il lavoro» (tranquilli, cari lettori, le bottiglie sono vuote, nessuna spesa aggiuntiva).

Una cosa è certa: al Museion in questi giorni vanno di moda olio di gomito e ramazze.

Ramazze per pulire l’installazione “Dove andiamo a ballare stasera’” di Goldi&Chiari - stesa sul pavimento della “Casa atelier” di Museion - meravigliosamente inserita nel progetto espositivo nazionale “L’albero della cuccagna. Nutrimenti per l’arte”, curata da Achille Bonito Oliva. Insomma olio di gomito delle signore delle pulizie che hanno lavorato ore - a partire dall’alba di sabato - per tirare a lucido “tutto quello sporco” - e olio... sfoderato ieri dai tecnici di Museion per ricomporre il misfatto.

Sconfortante la visione della mole di lavoro che si sono trovati ad affrontare i tecnici che ieri mattina non erano dell’umore giusto per parlare. Scusate ma dove sono i sacchi? «Eccoli lì... sono parecchi». Possiamo farvi una foto mentre tirate fuori i bottiglioni? «No, non vogliamo foto». Insomma poche parole, in mano le foto dell’installazione prima della “lucidatura” e tanto lavoro da portare a casa in fretta per ricomporre il puzzle. Ragaglia smorza i toni. «Grazie all’opera dei tecnici e di Frida Carazzato che ha coordinato il tutto siamo arrivati ad un ottimo punto. Oggi alle 10 avremo in mano le ultime bottiglie, scatteremo le foto, le invieremo alle artiste in attesa dell’ok». Ieri pero Goldi&Chiari erano parecchio arrabbiate... Hanno detto che è successa una cosa gravissima, che Museion non ha spiegato il senso dell’installazione, che non sarebbero venute a risistemarla... lei che dice?

«Che per fortuna la rabbia è sbollita. Abbiamo parlato con loro e trovato un accordo. Ogni bottiglia, scarpa, mozzicone di sigaretta, giubbotto ecc. è stata messo esattamente dov’era, sono certa non avremo problemi». Quindi la riflessione. C'è un libro (di Lea Vergine, “Skira”) che, nel campo, ha fatto storia. Una pietra miliare per la critica contemporanea e che ha colto un fenomeno che tocca da vicino la nostra società dei consumi, il riuso e gli scarti. Si intitola: "Quando i rifiuti diventano arte". Non era stato ancora scritto invece "Quando l'arte diventa rifiuti". Ci ha pensato il Museion. Che ha lasciato nelle mani di una impresa di pulizie un'opera che, forse, non aspettava altro. Le due autrici si dicono scandalizzate ed hanno accusato la direzione. La Ragaglia che non è solita scandalizzarsi di nulla si è scusata e l’ha rifatta. Scusi direttrice, ma secondo lei è sempre la stessa opera anche se sistemata da altri? «Certo che è la stessa!».

In ogni caso Bolzano - dopo la struggente rana crocifissa di Kippenberger che in Alto Adige nessuno ha capito - è al centro delle polemiche. Sull'arte che non è arte, sul Museion che è troppo concettuale che capiscono così in pochi da far sorgere il dubbio che lo faccia apposta.

A proposito l’avete fatto apposta? «Dovevate vedere il volto contrito di chi ha ripulito per togliervi ogni dubbio». Insomma l’arte finita tra i rifiuti da oggi torna in vetrina.













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