L'Ordine dei medici: «Neuroriabilitazione, che errore»

Comberlato chiede un vertice con la Asl e l'assessore Theiner: "E' stato ignorato il parere dei medici"


Antonella Mattioli


BOLZANO. «In alto hanno deciso di fare la neuroriabilitazione (Irccs) a Vipiteno e la faranno, ma la contrarietà degli addetti ai lavori imporrebbe una battuta d'arresto: bisogna ripensare all'opportunità di una simile operazione». È l'appello alla politica del presidente dell'Ordine dei medici. Dopo l'annuncio dell'altro giorno del presidente della Provincia Luis Durnwalder e dell'assessore alla sanità Richard Theiner della creazione di un Centro di neuroriabilitazione e ricerca, che aprirà l'anno prossimo all'interno dell'ospedale di Vipiteno sotto la guida scientifica del professor Leopold Saltuari, professionista di fama che oggi lavora presso l'Anna Dengel Haus di Hochzirl in Austria, scende in campo Michele Comberlato.

Il presidente dell'Ordine dei medici è molto critico sulla scelta fatta dalla Provincia: è contrario all'operazione come lo sono Giulio Donazzan (presidente dell'Associazione primari), Claudio Volanti (Anaao), Peter Zelger (primario della riabilitazione di Bolzano), Rupert Waldner (Casa di cura Melitta), Paolo Bonvicini (Casa di cura Bonvicini), Massimo Ribetto (Nursing up). Il rischio, per i critici, è che si vada a costruire una costosa cattedrale nel deserto che diventerà un doppione e sottrarrà fondi al resto della sanità. Comberlato è deciso a chiedere un incontro urgente ai vertici dell'Asl e dell'assessorato oltre alla convocazione del Gruppo di riordino clinico che dovrà esaminare il progetto dando alla fine un parere obbligatorio ma non vincolante. «La mia speranza - dice - è che chi ha deciso rifletta bene prima di passare alla fase operativa: non possono non ascoltare le perplessità, fondate, che arrivano dagli addetti ai lavori».
Scusi presidente, ma perché tutta questa contrarietà ad una struttura che si propone di fare neuroriabilitazione ad alto livello e ricerca?
«Nessuna contrarietà di principio ad una struttura come questa. Anzi: la considera un'opportunità. Ma il problema è innanzitutto di metodo». Quindi è solo una questione formale. «La forma, in questo caso, è sostanza. Mi sarei aspettato che prima di dare il via libera ad un Irccs si convocasse un tavolo con neurochirurghi, neurologi, responsabili delle riabilitazioni dei quattro principali ospedali, fisiatri, rianimatori. Si valutasse il bacino d'utenza, i costi, la rete di contatti e collaborazioni con il resto del territorio innanzitutto. Invece qui si va avanti a tamburo battente infischiandosene di tutto e di tutti». Non sarà che, come dice il presidente Durnwalder, Bolzano è un po'gelosa del fatto che il nuovo Centro si apre a Vipiteno e i privati sono preoccupati di perdere letti? «Non diciamo stupidaggini. Io sono presidente dell'Ordine e parlo a nome di tutti i medici. Sbaglia chi liquida le forti perplessità dicendo che si vuole solo difendere il proprio orticello. Come non è vero che si tratta di uno scontro tra pubblico e privato: un Centro di neuroriabilitazione e ricerca non si apre in tre stanzette messe a disposizione del privato. Il problema, vero, è un altro». Ovvero? «La collocazione scelta». Cosa significa che Vipiteno è decentrato? Chi ha un problema serio è disposto ad andare anche in capo al mondo se c'è un centro di alto livello. «Il problema non è la collocazione geografica, ma il fatto che all'ospedale di Vipiteno non c'è quello che dovrebbe esserci intorno ad una struttura complessa com'è una neuroriabilitazione che punta a fare ricerca». Insiste sul fatto che andava fatta a Bolzano. «Su questo non ci sono dubbi. È a Bolzano che abbiamo già una riabilitazione forte dotata di posti letto e che, in base ai piani approvati, dovrà ampliarsi. Il reparto poi è inserito in un ospedale dove ci sono neurochirurgia, rianimazione, neurologia, pneumologia e si realizzerà il reparto di maxillofacciale. Nel resto del mondo un centro come quello che vuole fare la Provincia è collocato in una struttura che lavora in rete con gli altri reparti, perché i pazienti da seguire sono molto complessi. Il rischio è di creare un'inutile cattedrale nel deserto. Forse, le priorità sarebbero altre, penso per esempio agli hospice per i malati terminali». All'ospedale di Vipiteno comunque è in programma anche una ristrutturazione complessiva che costerà circa 12 milioni. «Anche su questo chiederò lumi: non si capisce il perché di questa spesa».

La Riforma clinica intanto va avanti? «L'impressione è come che la macchina si sia inceppata. Dopo la presentazione delle linee guida della nuova sanità altoatesina, entro la fine dell'anno era atteso il documento sul territorio: finora non si è visto nulla. Intanto gli ospedali scoppiano anche perché abbiamo pochi letti per i post-acuti».

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