la storia

L’ultimo mulino rimasto a Bolzano compie 200 anni

La famiglia Silbernagl lavora allo Schlössl di via Sant'Antonio da due secoli


di Alan Conti


BOLZANO. Nella capitale italiana del pane fa un certo effetto scoprire che è rimasta un solo mulino. Un piccolo gioiello che festeggia la bellezza di 200 anni: è di proprietà della famiglia Silbernagl e si trova in via Sant'Antonio, in uno dei luoghi più suggestivi del capoluogo. Resiste ai piedi delle passeggiate di Sant’Osvaldo, in un sito dove sembra di tornare indietro nel tempo. Uno scenario, insomma, dove il mulino si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante.

Si chiama “Schlössl” e dal 1815, come detto, è di proprietà della famiglia bolzanina che ancora oggi mantiene viva in città la tradizione della macina, seppur con i distinguo dettati dalla modernità. Risale al 2004 l’ultimo passaggio di proprietà che ha traghettato questo edificio fino ad oggi. Nell’era del digitale, infatti, al mastro mugnaio Josef Silbernagl sono subentrati i figli Klaus e Paul. Quel che impressiona, però, è la probabile età del mulino. Le prime testimonianze della sua presenza, infatti, risalgono a fondi documentali del 1599 e lo “Schlossmühle” (o mulino “Kofel) era il più alto dei 17 presenti. Serviva, naturalmente, per rifornire i fornai e veniva azionati da tre grandi ruote idrauliche intinte nel rio creato apposta per alimentarlo (fluvius melondinorum). Dentro si macinava il grano e il mais dei masi circostanti che poi, come si intuisce dall’odonomastica, veniva venduto in piazza del Grano.

Fino al 1947 l’impresa mantenne questa impostazione, con l’aggiunta di un negozio al dettaglio che ancora oggi è presente vicino al mulino. Poi fu il mercato a imporre dei cambiamenti. «La frutticoltura e la viticoltura vennero preferite ai cereali. Quello che ci consentiva di mantenere buoni risultati era il malto girato ai panifici» spiega lo stesso Silbernagl. Nel 1951 il vero cambiamento epocale. La costruzione della centrale Enel portò all’abbassamento dello specchio d’acqua del rio di alimentazione costringendo alla commutazione del mulino al motore elettrico ultimato nel 1961. Non bastasse calava anche la richiesta di malto. «A quel punto decidemmo di macinare mangimi. Era una scommessa perchè si trattava di un settore nuovo. Eravamo dei pionieri». Andò bene e ancora oggi i mangimi rimangono un prodotto di punta assieme a una nutrita gamma di farine che fanno del mulino Silbernagl un punto di riferimento anche di grandi aziende. La catena Franziskaner, per dire, si rifornisce proprio allo “Schlössl”.

Sabato, comunque, è in programma dalle 10 la giornata delle porte aperte al mulino con la possibilità di visitare la struttura, assaggiare le specialità gastronomiche preparate da “Condito” con lo chef Luis Agostini e ascoltare musica. Come ornamento ecco i lavoretti dei bambini con il mais.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità