L'Upad «vende» le aule per fare cassa

«Forse è un'idea bislacca e qualcuno mi prenderà per matto, ma se funziona ogni anno nelle casse dell'Upad entreranno 30 mila euro in più»


Davide Pasquali


BOLZANO. «Forse è un'idea bislacca e qualcuno mi prenderà per matto, ma se funziona ogni anno nelle casse dell'Upad entreranno 30 mila euro in più». A parlare è Gaetano Gambara: in tempi di crisi ecomica e drastici tagli ai contributi provinciali, per finanziare l'attività dell'Università popolare delle Alpi Dolomitiche il suo fondatore si è inventato l'intitolazione a tempo, dietro lauto corrispettivo economico.

Tradotto: per mille euro l'anno, l'Upad darà la possibilità a chi lo desideri di affiggere una targa per dedicare una delle sue trenta aule a qualcuno: una persona cara, un parente scomparso, un neonato. Va bene anche il nome di un'azienda, di una ditta. «Ogni anno - spiega senza alcun imbarazzo Gambara - la Provincia o comunque gli enti pubblici ci tagliano i contributi circa del 10 per cento. E in futuro sarà sempre peggio». Nonostante la crisi economica, i corsi dell'Upad sono però frequentatissimi.

«Ogni giorno abbiamo fra un minimo di 500 e un massimo di oltre 800 persone che entrano in sede. Nei primi sei mesi del 2011 abbiamo registrato un incremento del tredici per cento. Le spese però sono sempre più elevate, e in qualche maniera dobbiamo pur racimolare quanto ci serve anche solo per tinteggiare o curare la manutenzione». Ecco allora, come recita il volantino che gira in questi giorni, "una nuova idea per finanziare le attività della fondazione": dedicare per un anno un'aula o palestra della fondazione Upad a una persona cara o a una famiglia.

«Si vuole dare la possibilità di dedicare tramite una targa, per un anno di tempo, una delle trenta fra aule, aula magna, palestre, biblioteca, spazi comuni, dedicandola a una persona cara o a un'intera famiglia, a una società, una holding, un neonato, un parente scomparso ecc.». Questa targa, si specifica sull'avviso, «che avrà il costo di mille euro più Iva (i quali possono essere detratti dalle tasse), darà la possibilità di celebrare in nome della cultura e della socialità una persona che non c'è più o un finanziatore che, credendo nel valore culturale, sociale, didattico e storico dell'Upad, vuole rendersi partecipe del bene comune, finanziando una istituzione che da più di quarant'anni cerca di creare una comunità dedita alla convivenza e alla socialità».

Perché si capisca per bene, l'avviso spiega ulteriormente: «Ricordiamo che presso l'Upad giornalmente vi è un'affluenza dalle 500 alle 800 persone, le quali potranno vedere la targa commemorativa esposta all'esterno dell'aula o della palestra e essere partecipi del ricordo della persona finanziatrice o celebrare un finanziatore che fa del bene alla comunità». Il contributo raccolto «servirà a migliorare la qualità del servizio e a rendere più accogliente la sede, in quanto negli ultimi anni sono quadruplicate le spese per la manutenzione ordinaria (energia elettrica, tinteggiatura aule eccetera)».

Tale contributo andrà a beneficio della stessa Provincia «alla quale, in caso di cessata attività Upad, l'immobile verrà devoluto gratuitamente». Insomma, se il presidente Durnwalder vorrà farsi intitolare un'altra biblioteca, dopo quella della Lub, potrà anche farlo. Ma stavolta dovrà pagare. Anche lui.













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