La banda delle bici torna a colpire: bis da Camin in Zona, poi a Merano

L’indagine dei carabinieri porta in Emilia, dove i ladri Est avrebbero la base. Nel negozio Flarer a Maia Bassa, via due biciclette da corsa: 12 mila euro


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Porta in Emilia l’indagine dei carabinieri di Bolzano sulla banda specializzata in furti di bici di alto livello che è tornata a colpire in Alto Adige nella notte tra martedì e mercoledì: prima nel negozio di Claudio Camin in via Ferrari a Bolzano sud, poi un paio d’ore dopo da Flarer a Merano.

Risultava rubato in Emilia anche il furgone usato dalla banda che il 21 maggio aveva ripulito Tutto Bici di Lavis. Inseguiti dalla polizia stradale, i malviventi lo avevano abbandonato in autostrada, all’altezza di Mori ed erano fuggiti a piedi. La banda sarebbe moldava e avrebbe la base operativa in Emilia anche se non si esclude la presenza di elementi italiani. Ad accomunare i furti avvenuti nell’ultimo mese in Alto Adige - da Klammer a Rencio, Zanolini in via Dalmazia, uno tentato e l’altro riuscito da Camin, poi Flarer a Merano, Sanvit ad Appiano, Max a Laces e Baldi a Prato allo Stelvio - il fatto che i ladri agiscono a volto coperto e con i guanti. Sono professionisti che prima effettuano i sopralluoghi e poi entrano in azione, sapendo scegliere le bici più pregiate. Quello dei furti di bici si sta rivelando un business poco rischioso e molto redditizio.

Il 22 maggio da Camin hanno rubato tre bici create nell’officina artigianale dell’ex ciclista professionista bolzanino e tre Cervélo da cronoman. Valore: 40 mila euro. «L’altra notte - racconta Camin - il colpo è fallito perché quando sono arrivati, verso mezzanotte di martedì, c’era un artigiano che stava lavorando nell’edificio (il consorzio Manus, ndr): ha sentito il rumore del cancelletto che si affaccia sul retro del complesso che veniva scardinato e ha dato l’allarme. Nel frattempo i due - si vedono dalle telecamere - hanno sfondato con delle mazze la porta in vetro del mio negozio. Ma sono stati disturbati prima da un furgone di una ditta di pulizie e poi dall’arrivo della polizia. Gli agenti li hanno inseguiti e loro sono scappati».

Da Flarer a Maia Bassa la banda, molto probabilmente la stessa, è arrivata alle 1.20 per un sopralluogo - le telecamere hanno ripreso due uomini - ed è tornata alle 3.20. «Con un piede di porco - spiega Norbert Flarer, titolare del negozio - hanno sfondato la vetrina. È suonato l’allarme e io e mio padre, che abitiamo sopra, nel giro di cinque minuti eravamo giù: abbiamo visto uno che scappava con due bici e l’abbiamo inseguito, ma poi è come se si fosse volatilizzato. L’altro si deve essere nascosto e poi è fuggito.

Il bottino? Due bici da corsa molto belle da 12 mila euro». La banda il 30 aprile aveva visitato Max bike di Laces: «Hanno messo fuori uso le telecamere esterne, ma l’allarme è scattato - racconta il proprietario David Gorfer - e in pochi minuti ero lì, loro però non c’erano più: hanno rubato 8 bici da corsa del valore di 16 mila euro».













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