La Biblioteca Civica diventa «rifugio» per i profughi

Cresce il disagi tra gli utenti, molti gli immigrati che passano l’intera giornata nella struttura


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Solo pochi giorni fa alcuni operatori di Volontarius hanno fatto una verifica: dei 22 extracomunitari presenti nei locali della Biblioteca civica 18 erano profughi. Persone che non sapendo dove andare si rifugiano nella struttura di via Museo: i locali sono riscaldati e aperti dal lunedì al sabato dalle 8 alle 19.45, ci sono i servizi igienici e si può navigare gratis in internet. C’è chi arriva nel primo pomeriggio e chi invece rimane tutto il giorno; trovano posto nella sala lettura del secondo piano e passano il tempo sfogliando qualche rivista, chiacchierando o dormendo sui tavoli. A volte capita che la situazione degeneri, qualcuno dà in escandescenza ed è necessario chiedere l’intervento delle forze dell’ordine.

In estate quando in consiglio comunale approdò la delibera che prevedeva il passaggio dell'edificio che ospitava le ex Pascoli dal Comune alla Provincia, condizione indispensabile per dare il via alla realizzazione del polo bibliotecario di via Combattenti, il consigliere di Unitalia Luigi Schiatti criticando la scelta di investire 70-80 milioni di euro nel progetto disse: «In biblioteca oggi ci vanno solo gli extracomunitari». Il consigliere venne immediatamente accusato di razzismo.

Ovviamente, non è vero che la Civica è utilizzata solo da immigrati, ma il problema esiste. Tanto che a sollevarlo sempre più frequentemente sono coloro che in biblioteca ci vanno abitualmente: lo fanno inviando lettere al nostro giornale e lamentandosi con i responsabili della struttura.

«Vengo quasi tutti i giorni - diceva ieri una signora di mezza età - e noto una presenza forte di extracomunitari che stanno qui perché non sanno dove andare. Alcune volte è dovuta intervenire anche la polizia per sedare qualche violenta lite. Sinceramente non è una bella situazione». Anche Chiara, studentessa universitaria a Verona, quando è a Bolzano potendo scegliere preferisce andare a studiare nella biblioteca della Lub: «Lì ci sono solo studenti, alla Civica non è più così e questo non mi fa sentire a mio agio».

Ecco è questo il problema:per molti utenti tradizionali, la presenza sempre più forte di extracomunitari, che utilizzano la biblioteca come se fosse un centro di accoglienza, si traduce in una sensazione che è sinonimo al tempo stesso di degrado e disagio.

Lo ammette Patrizia Trincanato, assessore alla cultura: «In realtà, quello che ci preoccupa non sono i singoli episodi, nei confronti dei quali possiamo intervenire a termini di regolamento, ma piuttosto il fatto che la Biblioteca civica sia diventata un rifugio per molte persone in difficoltà, arrivando a svolgere una funzione che non le è propria».

Chi si trova a gestire quotidianamente una situazione, che è molto delicata sia socialmente che politicamente, è Ermanno Filippi, direttore della Civica: «Non è una questione di razzismo. Il problema esiste e non affrontarlo sarebbe un errore. Per questo stiamo lavorando assieme all’assessore Trincanato, per trovare una soluzione. Per quanto riguarda la sicurezza si è chiesto ai vigili urbani di intensificare i controlli nella zona della Civica: a Trento, ad esempio, hanno un servizio di vigilanza privata. Inoltre, quando necessario, sono intervenuto anch’io impedendo l’accesso ad internet a certi utenti. Ma non basta, per questo l’assessore ha voluto coinvolgere il sociale. Si sta cercando di mettere a punto un progetto assieme alla Volontarius.

Ci vuole qualcuno che avvicini queste persone, attratte a Bolzano dal fatto che qui ci sono più servizi e più possibilità per profughi e immigrati in genere, e spieghi loro che la Biblioteca civica non è un rifugio. Non è un luogo in cui si possa bivaccare per l’intera giornata. Non è questa la funzione di una struttura come la nostra».

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