La Camera di commercio: «Etichette solo in tedesco»

Ebner: le informazioni ai consumatori in una sola lingua aiutano le imprese locali. In Parlamento c’è un Ddl degli ex senatori Svp Pinzger e Thaler. Urzì: follia pura


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Detta così, durante un convegno sul diritto alimentare in ambito europeo, può sembrare un’idea innocente, ma in realtà avrebbe implicazioni pesanti per tutti i cittadini di lingua italiana e per la loro salute. Stiamo parlando della proposta, formalizzata ieri dal presidente della Camera di Commercio Michl Ebner, che prevede informazioni esclusivamente in tedesco per i prodotti in vendita nei negozi e nei supermercati altoatesini.

Per Ebner si tratta di una questione pratica, che agevolerebbe molte aziende locali. «Alla Camera di Commercio - spiega Ebner - preme che, in alternativa alle informazioni per i consumatori previste in lingua italiana, venga ammessa in Alto Adige la sola versione tedesca. Ciò faciliterebbe un gran numero di piccole e medie imprese altoatesine».

Sulla stessa lunghezza d’onda il parlamentare europeo Herbert Dorfmann. Ma a quale escamotage potrebbe ricorrere la Volkspartei per far passare un simile disegno di legge? In realtà, lo strumento è già stato individuato. Gli ormai ex senatori Helga Thaler Ausserhofer e Manfred Pinzger hanno presentato il 3 agosto scorso un disegno di legge «ad hoc» sulla “parificazione delle lingue italiana e tedesca per l’etichettatura dei prodotti commerciali”. «Si evidenzia - scrivono gli ex senatori Svp - una disparità di trattamento tra la lingua italiana e tedesca. I prodotti solo in tedesco sono sequestrati e contestati dagli organi di controllo. Le direttive europee prevedono che le avvertenze e le informazioni siano comprensibili per i consumatori e riportate almeno in una lingua dello Stato membro».

In chiusura del Ddl arriva, poi, la proposta concreta: «I prodotti soggetti a marcatura Ce possono quindi essere, limitatamente al territorio della provincia autonoma di Bolzano, etichettati anche esclusivamente in lingua tedesca». Della vicenda si occupa da mesi il consigliere provinciale di «Alto Adige nel cuore» Alessandro Urzì, che denuncia una situazione assurda. «La Camera di Commercio ma anche settori importanti della Svp oggi chiedono che si possa passare a etichette solo in tedesco, monolingui, per quei prodotti dell'area tedesca immessi sul mercato altoatesino. Ma anche per i prodotti direttamente realizzati in loco: con stampigliature solo in tedesco».

Urzì si sofferma sui rischi di una simile impostazione. «Ogni espressione della nostra società, anche le organizzazioni che rappresentano il mondo dell’economia, devono impegnarsi per la diffusione del bilinguismo. Ciò a tutela di tutti i consumatori. Si pensi ai rischi connessi all'uso di prodotti non conformi alle esigenze dell'acquirente per allergie o intolleranze varie. Ora la proposta arriverà sul tavolo della contrattazione fra Svp e Pd. E dalla Sinistra ci si attende quel coraggio che ultimamente non ha mai dimostrato».

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