La campagna di Russia rivive nelle gallerie di Piedicastello a Trento

Il governatore trentino Lorenzo Dellai premia otto reduci della campagna sul Don: "Sono i testimoni viventi della storia, memorie importantissime per i nostri figli"



TRENTO. Guido Vettorazzo e Carlo Vicentini si sostengono l'uno con l'altro mentre rivivono, attraverso video e fotografie, le vicende della sventurata campagna di Russia. Commentano assieme quei tragici momenti, si scambiano aneddoti e ricordano compagni che non ci sono più. Hanno superato ormai la soglia dei novant'anni, ma sono ancora una lucida testimonianza della spedizione condotta dall'Ottava armata italiana.

Due alpini orgogliosi che hanno contribuito all'allestimento della mostra "Ritorno sul Don" alle gallerie di Piedicastello di Trento, inaugurata da centinaia di penne nere. Oltre a loro, ieri sono stati premiati altri sei reduci della campagna di Russia: Guido Berti, Nelson Cenci, Lino Gobbi, Camillo Stenico, Aristide Rossi e Francesco Volpi.

«Questi otto reduci sono i testimoni viventi della storia, memorie importantissime per i nostri figli - ha affermato il governatore trentino Lorenzo Dellai - attraverso la storia possiamo ricostruire la nostra identità, l'identità di un popolo».

La mostra, aperta fino al settembre del 2012, vuole ricostruire tutta la campagna di Russia dal 1941 al 43, non solo la ritirata del gennaio 1943. Vuole recuperare il rapporto con i russi che allora erano nemici. I video, le fotografie, le mappe collocati nella galleria nera scandiscono la cronologia di una guerra totale.

Fino al ritorno, il momento più bello per Vettorazzo: «Era il mio ventiduesimo compleanno - racconta - ci sono venuti a prendere con una tradotta, quei vagoni che portavano sia uomini che cavalli, dopo cinque lunghi giorni di viaggio sono arrivato a Vipiteno, ho varcato il confine italiano, ed ero libero. Poi mi hanno curato dalle malattie e dai pidocchi che mi hanno accompagnato per tutta la guerra».













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