La città presidiata da 90 telecamere

Approvata dalla giunta comunale la delibera d’acquisto. Saranno in funzione da gennaio. Monitorate le zone a rischio


di Antonella Mattioli


BOLZANO. «Da gennaio tutti coloro che entreranno o usciranno da Bolzano potranno essere individuati, perché l’intero territorio comunale sarà sorvegliato da un sistema unico di videosorveglianza». Così il sindaco Renzo Caramaschi, dopo che ieri mattina la giunta comunale ha approvato due delibere: una prevede una spesa di 327 mila euro (più Iva) per l’acquisto di 25 telecamere e l’altra riguarda la liceità che ne consente l’utilizzo.

Una sorta di Grande fratello vigilerà sulla sicurezza, immortalando spostamenti, numeri di targa, volti.

Annunciate da tempo e finora mai installate, a causa della dimenticanza di un funzionario che aveva lasciato dormire in un cassetto la delibera per l’acquisto, adesso non dovrebbero esserci più ritardi: le telecamere, chieste da tutti i quartieri, avranno il duplice compito di fungere da deterrente contro la microcriminalità e di facilitare il compito degli inquirenti nel caso in cui vengano commessi dei reati.

La spesa per comprare le nuove apparecchiature è stata approvata all’unanimità. A conferma del cambiamento di rotta dell’attuale giunta rispetto ai predecessori: nonostante infatti più occasioni le forze di polizia avessero sollecitato il Comune a dotarsi di un sistema di videosorveglianza, sull’esempio di altri comuni altoatesini, Spagnolli e i suoi assessori si erano sempre detti contrari.

Caramaschi ritiene invece importante investire in sicurezza, di qui l’acquisto delle nuove telecamere e i concorsi per l’assunzione di quattro nuovi vigili e due ispettori (costo circa 300 mila euro all’anno). Le due cose assieme dovrebbero contribuire ad aumentare la sicurezza o almeno la percezione da parte dei cittadini.

In piazza Magnago, dove a luglio la Provincia ha installato venticinque telecamere, la situazione - dicono coloro che lavorano in quella parte della città - è migliorata notevolmente.

Le zone a rischio. Con che criterio si è deciso dove installare le telecamere?

«Sono stati presi in considerazione- ha spiegato il sindaco - indicatori come il numero di denunce per furti, rapine, scippi, atti vandalici, danneggiamenti oltre alle segnalazioni dei cittadini. Tutto ciò è stato sottoposto al vaglio del Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica».

Dall’analisi di queste valutazioni è emerso che le zone più a rischio della città sono il centro storico, la ciclabile lungo l’Isarco e il quartiere Piani. Ma telecamere verranno installate un po’ in tutti i quartieri, oltre che agli ingressi della città, sui ponti e sui prati del Talvera. Il sistema di videosorveglianza funzionerà l'intera giornata e verrà potenziato negli orari serali e notturni.

I numeri. Le telecamere acquistate ieri sono 25, ma verranno messe in rete con quelle già esistenti nella zona a traffico limitato (Ztl) e con quelle che controllano i flussi di traffico.

In tutto saranno una novantina. A queste, l’anno prossimo, si aggiungeranno delle telecamere mobili, ovvero spostabili da un luogo all’altro a seconda delle necessità.

Il controllo è assegnato ai vigili urbani; oltre che alla Questura e ai carabinieri che avranno anche la possibilità di zoomare su determinate immagini e indirizzare l’occhio della telecamera su un certo obiettivo piuttosto che su un altro.

La giunta ha inoltre deciso di dotare il sistema di videosorveglianza di un software in grado di segnalare all’operatore addetto ai controlli eventuali situazioni anomale rispetto a quanto avviene normalmente in una determinata strada o quartiere. «Questo perché - ha spiegato il sindaco - è dimostrato che dopo un po’ l’attenzione delle persone cala, mentre quella del computer si può programmare 24 ore su 24».

Le immagini verranno conservate per la durata di una settimana.













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